Carenza di manodopera. Confartigianato:: "Le aziende crescono. Ma manca il personale"

Il report dell’associazione regionale sul mercato del lavoro. Occupazione e domanda in aumento: sono in 2.600 senza contratto. Il presidente Renzi: "Sempre più difficile trovare risorse specializzate". .

Carenza di manodopera. Confartigianato:: "Le aziende crescono. Ma manca il personale"

Carenza di manodopera. Confartigianato:: "Le aziende crescono. Ma manca il personale"

Crescono gli ordini, ma continua a mancare la manodopera. E il personale specializzato è sempre più difficile da trovare. A riportare d’attualità un tema da sempre molto dibattuto, soprattutto a livello locale, è un report sul mercato del lavoro nel circondario realizzato dal centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna.

Sul territorio dei dieci comuni (lo studio non comprende Medicina, al suo posto c’è Bagnara), il trend appare ormai consolidato: il tasso di disoccupazione, che nel 2022 era sceso al 4,7% (in calo rispetto al 5,3% del 2019, per quanto al di sopra del 3,6% provinciale), rimane in discesa. Paradossalmente, in un quadro economico di crescita occupazionale, confermata appunto anche nel 2023, resta però una grande difficoltà a reperire manodopera specializzata. Le previsioni delle imprese dell’Industria e Servizi rilevate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal segnalano infatti una crescente e sempre più diffusa difficoltà in tutti i settori a reperire personale, quando i dati del 2024 prevedono nel periodo estivo tra maggio e luglio 27.620 entrate nelle imprese del territorio bolognese, il 2,2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, difficili da reperire nel 48,4% dei casi.

"Il contesto economico nel quale stanno operando le imprese presenta un quadro anomalo – sottolinea Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana –. In diversi settori, ad esempio commercio e servizi,a fronte di un aumento di commesse continua a mancare la manodopera. È sempre più difficile trovare e reperire personale specializzato adatto ai bisogni delle nostre aziende. Un aspetto paradossale in un momento in cui vi è un livello occupazionale comunque crescente con una disponibilità di tutto il sistema ad assumere a tempo indeterminato".

Nel circondario, gli ultimi dati aggiornati al 2022 rilevano oltre 53 mila occupati; l’11,4% del totale rilevato in provincia di Bologna. Nell’Imolese si contano anche 2.600 disoccupati in cerca di lavoro (il 14,9% del totale provinciale), per un totale di quasi 56 mila attuali e potenziali lavoratori, che compongono la forza lavoro del territorio. Ulteriori 46mila persone di 15 anni e più sono escluse dal mercato del lavoro (inattivi, l’11,7% del totale provinciale), tra cui rientrano pensionati, studenti, e altri soggetti demotivati dal contesto economico che non tentano un reinserimento occupazionale. Un indicatore significativo di questo fenomeno è la quota dei cosiddetti ‘Neet’, cioè la percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, che in provincia di Bologna nel 2022 si attestava al 13,1% (è il 19,0% in Italia). Gli ultimi dati aggiornati al 2023, disponibili solo a livello provinciale, mostrano un mercato del lavoro in crescita, ma che deve ancora recuperare i livelli pre pandemia. Sono 475 mila gli occupati in provincia di Bologna, in crescita di 6 mila unità rispetto al 2022 (+1,3%), tuttavia 4mila in meno rispetto al 2019 (-0,8%). Nell’ultimo anno i disoccupati passano da 18 a 19 mila (+6,7% su 2022), riportando complessivamente la forza lavoro attiva in provincia a 493 mila unità (+1,5%), restando tuttavia inferiore di 7 mila unità rispetto al 2019 (-1,5%). Il tasso di occupazione provinciale passa dal 53,9% del 2022 al 54,6% nel 2023, nono valore più elevato tra le province italiane (+0,8 punti percentuali), restando tuttavia inferiore al 55,3% del 2019, mentre il tasso di disoccupazione cresce lievemente passando dal 3,6% al 3,8% (era il 4,5% nel 2019).