
Camera mortuaria nel 2026 . Più spazio per l’ultimo saluto . Il progetto all’ospedale nuovo
Cinque camere ardenti adeguate a differenti riti di commiato, una sala autoptica, aree destinate alle onoranze funebri per la vestizione e locali operativi per gli addetti dell’Ausl. Più un grande parcheggio. Sarà così la nuova camera mortuaria dell’ospedale nuovo. La struttura, che dovrebbe essere pronta nei primi mesi del 2026 grazie a un investimento da tre milioni di euro già deliberato dalla Regione tramite il Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato per lo sviluppo del Paese, sostituirà quella attuale. Del resto, ormai da tempo gli spazi in viale Amendola non risultano più adatti a svolgere la loro funzione in quanto troppo stretti e a rischio sovraffollamento e privi di parcheggio esterno.
Quello al Santa Maria della Scaletta sarà invece "un nuovo edificio dedicato, pensato per offrire un migliore servizio ai cittadini e agli addetti, in termini qualitativi e quantitativi", si legge nel piano firmato da Alba Progetti presentato l’altra sera dalla Regione al teatro comunale Ebe Stignani durante l’incontro dedicato al futuro della sanità imolese. "La nuova camera mortuaria sarà realizzata a fianco dell’ospedale per facilitare la relazione logistica e operativa con i servizi ospedalieri – si legge sempre nella presentazione –, migliorare la viabilità interna ed esterna e garantire il parcheggio dedicati".
In particolare, gli spazi destinati ai servizi Ausl e i servizi di preparazione saranno raccordati tra loro dalle cinque camere ardenti, ciascuna caratterizzata da un’immagine architettonica autonoma completata da una superficie esterna di pertinenza.
"Le nuove camere ardenti saranno spazi intimi e armonici che garantiscono la privacy e il raccoglimento necessari a rendere onore al defunto nel rispetto delle diverse sensibilità culturali – spiegano dalla Regione –. La composizione planimetrica a ventaglio risponde alla volontà di valorizzare l’unicità della persona cara e di contenere in uno spazio privato il dolore della famiglia. Le pareti allargandosi verso l’esterno si aprono verso la luce e vanno a formare una tettoia sul piazzale dove i familiari e gli amici si raccolgono e accolgono il defunto per l’ultimo saluto".
Parcheggio, piazzale e aree esterne "saranno caratterizzati da spazi verdi che contribuiranno a raccordare nuovo edificio con lo sfondo collinare – si legge nel progetto –. Il verde fiorito che emerge negli spazi di separazione tra le camere, esposto alla luce e all’acqua di pioggia attraverso la spaccatura tra le pareti, simboleggia la continuità della vita e la forza della natura che rompe dal dolore".
Come si diceva all’inizio, il progetto della nuova camera mortuaria è stato presentato l’altra sera a teatro. In quella circostanza, è stato confermato anche il percorso di integrazione di Montecatone con gli Irccs bolognesi ed è stato annunciato l’avvio del nuovo Cau – Centro assistenza urgenza il 21 dicembre all’ospedale vecchio.
"È l’ennesimo pezzo della nostra autonomia e del nostro saper fare che se va – protesta la civica Carmen Cappello a proposito del futuro assetto dell’istituto di riabilitazione cittadino –. È chiaro il preciso obiettivo politico di annettere le strutture sanitarie imolesi a Bologna. Un percorso politico regionale e metropolitano, avvallato anche dal Comune e dal sindaco, che procede a passi spediti, senza che nessuno dei politici e amministratori locali si opponga convintamente, e questo non potrà, alla fine, che portare allo smantellamento della nostra sanità". In questa ottica, secondo l’esponente di opposizione, anche la scelta, "errata e disfunzionale", di ubicare il Cau dove c’è l’ex guardia medica, invece che vicino al pronto soccorso, è "indicativa di un decentramento delle attività sanitarie fuori dal nostro ospedale – conclude Cappello –, la cui sorte ed efficienza è messa nel tempo a serio rischio".
r. c.