Carmen
Cappello*
Fino a oggi il Comune ha abdicato al suo ruolo propulsivo, sperando che la spinta alla rinascita del centro storico venisse dall’iniziativa privata (commercianti, artigiani, associazione di categoria). Gli interventi pubblici negli ultimi decenni sono stati sporadici e spesso contraddittori. Mentre si discuteva su come rianimare il centro, si inducevano i cittadini ad andare fuori dal centro. Lo dimostrano l’eccessivo proliferare di centri commerciali e supermercati a ridosso delle mura e la viabilità che allontana dal centro, anziché facilitarne l’accesso. Forse per trovare soluzioni bisogna dare risposte a una sola e semplice domanda: perché gli imolesi dovrebbero andare in centro? Perché ci abitano: e allora si deve facilitare la ristrutturazione degli edifici nel perimetro storico, consentendo ad esempio il cambio di destinazione d’uso dei locali (ex commerciali ed artigianali) oggi chiusi, in garage. Per fare shopping: e allora il quadrilatero e le piazze devono diventare il ‘salotto buono’, regolamentando in maniera uniforme l’estetica dei negozi, dei palazzi e delle vetrine, per porre fine al disordine estetico-edilizio che rende oggi meno attrattiva la passeggiata e, al contempo, incentivando con politiche tributarie ad hoc i privati a ‘calmierare’ gli affitti dei locali. Per divertirsi: e allora più eventi e iniziative anche d’inverno, destinando permanentemente una delle tre piazze ad ospitare fiere, mercatini, spettacoli dal vivo, ecc. anche concentrando i mercati settimanali, anzichè distribuire gli ambulanti un po’ qua e un po’ là. Per disbrigare pratiche: e allora è indispensabile che gli uffici pubblici tornino nei tanti locali sotto il Palazzo comunale, oggi vuoti. Insomma per contrastare il declino del centro storico è indispensabile che l’Amministrazione intervenga su più fronti, evitando di considerare il centro della città, come accade ora, ancillare e secondario rispetto ad altri ‘contenitori’. A Imola non c’è solo l’Autodromo.
*referente lista civica