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Il bando che ha riguardato il Caffè della Rocca continua a fare discutere
Area Blu ha presentato ieri appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha annullato il bando attraverso il quale, a inizio 2024, il Caffè della Rocca è passato nelle mani di Emanuele Brusaferri dopo una lunga gestione affidata a Lorenzo Sabbioni, promotore del ricorso davanti ai giudici amministrativi di primo grado.
"Non ci riconosciamo in quella sentenza", ha spiegato nel pomeriggio il sindaco Marco Panieri in apertura della seduta di commissione Bilancio convocata (su richiesta dell’opposizione) per fare luce sul pronunciamento che ha messo sotto la lente l’assenza nel bando di alcuni requisiti morali.
"Le sentenze si rispettano, ma possono non essere condivise – le parole di Emanuele Rocchi, direttore generale di Area Blu, società in house del Comune che ha redatto il bando per conto del Municipio –. Ritenendo di aver agito in maniera trasparente, abbiamo deciso di impugnare la sentenza per far valere le nostre ragioni".
All’avvocato Giovanni Delucca, che ha assistito Area Blu al Tar e lo farà anche davanti al Consiglio di Stato, il compito di ricostruire in commissione l’operato della società.
In estrema sintesi, nel bando era stata prevista la verifica di otto requisiti morali, ma non quelli relativi al rispetto degli obblighi relativi al pagamento di tasse e imposte e delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in quanto ritenuti da Area Blu non applicabili al caso in questione.
"Si tratta di due requisiti centrali, che però sono un elemento importante rispetto alla tipologia del contratto che andiamo a sottoscrivere – avverte Delucca –. La valutazione che è stata fatta, giusta o sbagliata che fosse, rispondeva a un certo tipo di ragionamento". E cioè: "Ti chiedo otto cose perché mi interessano: che tu non sia condannato, fallito o drogato; non ti chiedo delle tasse, perché sei tu che dai dei soldi a me e non viceversa, e non ti chiedo del lavoro perché tu non lavori per me, ma per i fatti tuoi".
Il Tar, pur ritenendo inammissibile la contestazione delle scelte assunte nel bando in relazione alla valutazione dell’offerta tecnica ed economica, ha accolto il ricorso di Sabbioni nella parte relativa ai requisiti morali, senza tuttavia prendere provvedimenti sul contratto in essere.
"Siamo di fronte a una sentenza che non soddisfa nessuna delle parti – allarga le braccia Delucca –. Il Tar lascia in piedi il contratto di gestione in corso, ma ha annullato il bando e ci dice di rifare la gara. Impostare una nuova procedura con le buste aperte però non è una cosa banale". Come prevedibile, l’opposizione ha gioco facile. Simone Carapia (FdI) parla di una "brutta pagina per Imola" e vede Area Blu "completamente schienata al volere del sindaco". Duro anche l’altro meloniano, Nicolas Vacchi: "Sappiamo che il primo cittadino maldigerisce parlare di questa vicenda, come non aveva piacere di farlo un anno fa". Il riferimento è al fatto che il nome di Brusaferri figura tra i sostenitori della corsa di Panieri al Comune nel 2020, circostanza quest’ultima che il sindaco cerca (invano) di allontanare dal dibattito pubblico. "Ma un inciampo del genere che coinvolge un finanziatore della campagna elettorale del primo cittadino – conclude il leghista Daniele Marchetti – è ovvio che sia un elemento centrale della discussione".
Enrico Agnessi