ENRICO AGNESSI
Cronaca

Borgwarner, 27 posti a rischio . L’azienda non ritira i licenziamenti ma raddoppia l’incentivo all’esodo

Tavolo con l’azienda in Brianza al mattino e presidio davanti ai cancelli della sede di via Lasie il pomeriggio. La Fiom: "Primo passo avanti che pone ai lavoratori una condizione dignitosa in caso di uscita volontaria". .

Ieri pomeriggio il presidio della Fiom con i dipendenti davanti ai cancelli imolesi della Borgwarner in via Lasie

Ieri pomeriggio il presidio della Fiom con i dipendenti davanti ai cancelli imolesi della Borgwarner in via Lasie

Resta forte la preoccupazione dei 27 lavoratori, tra tecnici e ingegneri impiegati negli uffici e laboratori di ricerca e sviluppo di via Lasie, coinvolti nella procedura di 39 licenziamenti collettivi avviata dalla Borgwarner Morse System Italy, azienda di Arcore (Monza Brianza), ma con una sede distaccata anche in città. Ieri pomeriggio il presidio dei lavoratori davanti ai cancelli di via Lasie, mentre in Brianza si è tenuto un nuovo incontro tra sindacati e azienda. Registrato un piccolo passo in avanti: nonostante la conferma della procedura (ma anche di alcune ricollocazioni interne), è stato raddoppiato l’incentivo all’esodo volontario in caso di non opposizione al licenziamento per i lavoratori che vorranno cercare un collocamento esterno al gruppo. Si è raggiunta una ipotesi di accordo che verrà sottoposta ai lavoratori nelle assemblee che si svolgeranno martedì 25 ad Arcore e a Imola. "Un primo passo in avanti che pone ai lavoratori una condizione quanto meno dignitosa in caso di uscita incentivata e volontaria – commenta Marco Valentini, segretario generale della Fiom imolese – e pone un freno comunque ad una politica sul lavoro e generale alla quale anche con le lotte, come il presidio in sciopero svolto in via Lasie, ne caratterizza gli aspetti".

Borgwarner Arcore produce catene di distribuzione per autoveicoli e nell’aprile del 2024 ha incorporato, attraverso una scissione di ramo d’azienda da Borgwarner System Lugo, 34 dipendenti da destinare all’attività di ricerca e sviluppo delle colonnine di ricarica per le auto elettriche e controller e inverter per i carica batteria. "Attività che avrebbero dovuto permettere di sviluppare e lanciare il prodotto sul mercato ma che, dopo una serie di investimenti e di progetti avviati, si sono rivelate, a detta della multinazionale, strade non più perseguibili per una forte contrazione del mercato", hanno ricostruito nei giorni scorsi dalla Fiom imolese spiegando di aver avviato, assieme alle organizzazioni sindacali lombarde, un esame congiunto con la direzione aziendale per "capire il motivo di questa scelta e di conseguenza richiesto sin da subito il ritiro della procedura e l’apertura di un confronto per salvaguardare i livelli occupazionali".

L’azienda ha avanzato anche proposte di incentivazione all’esodo, ritenute insufficienti dai lavoratori, "oltre ad aver dato risposte a tratti poco chiare sulla ricollocazione interna e che non coprirebbero tutte le figure interessate", avevano riferito alla vigilia dell’incontro, sempre dalla Fiom, alla quale i lavoratori hanno dato mandato di proseguire la vertenza. Il sindacato ha inoltre ricordato di aver espresso forte contrarietà sull’avvio della procedura dei licenziamenti collettivi, richiedendone il ritiro.