Imola, 26 luglio 2024 – Un appello ai cittadini che, mercoledì pomeriggio, erano nella piscina dell’hotel di Imola dove una bimba di 5 anni di origine albanesi, Arkea Pepa, residente a Casalfiumanese, è morta annegata. L’hanno lanciato i carabinieri impegnati nelle indagini per capire l’esatta dinamica di questa tragedia accaduta all’hotel Molino Rosso, poco distante dall’imboccatura dell’A14, e su cui la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. “Aiutateci a ricostruire gli ultimi momenti di vita della piccola, anche con video, selfie e scatti nei quali emerga la presenza della bambina. Chi era presente può venire a testimoniare facendo mente locale sugli ultimi momenti della piccola”, spiega il maggiore Andrea Oxilia.
La dinamica è ancora al vaglio degli investigatori. Erano circa le 18 di mercoledì quando alcuni bagnanti hanno visto galleggiare il corpicino di Arkea, arrivata in piscina con la madre e la sorellina di un anno. I bagnini sono immediatamente intervenuti trascinando la bambina sul bordo e praticando le manovre di primo soccorso, con l’utilizzo del defibrillatore. Sul posto, è stata chiamato il 118 che ha trasportato d’urgenza all’ospedale Maggiore di Bologna la bimba. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare.
Coordinati dal pm Marco Forte, i carabinieri si starebbero focalizzando sui bagnini e sul ruolo della madre trentenne che, pare, al momento si trovasse distante dal punto della tragedia. La bambina, infatti, era nella vasca idromassaggio, alta al massimo un metro e venti, ma con un ingresso ’a scivolo’ non adatto ai più piccoli. La donna, in stato di choc, non è ancora stata sentita, mentre il padre è accorso dal lavoro quando ha saputo della tragedia. Al suo arrivo, ci sarebbero stati momenti di tensione, secondo alcuni testimoni. Al vaglio anche le telecamere dell’hotel. “Ci vorrà del tempo per capire al meglio le dinamiche”, osserva Oxilia. Al momento, sul corpo della piccola, non si farà autopsia, ma solo un esame esterno.
Nonostante il dramma, la piscina non è stata posta sotto sequestro e ha proseguito con le attività giornaliere già da ieri mattina. “Stiamo tenendo aperto perché non è stata accertata responsabilità nei riguardi della struttura – spiegano i membri dello staff – al momento dell’accaduto erano presenti tutti i sistemi di salvaguardia previsti, quindi i due bagnini e il terzo di supporto e il defibrillatore. Abbiamo però annullato gli eventi serali per rispetto. In oltre trent’anni di attività non è mai accaduta una cosa del genere, siamo profondamente addolorati”.