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Imola: avvelenamento da monossido, salvati in extremis

L’ultimo caso la scorsa notte in città: gli intossicati sono stati portati all’Iperbarico di Ravenna. I consigli dell’Ausl per non correre rischi

Imola, 17 dicembre 2022 - Quattro intossicati da monossido di carbonio nel giro di una decina di giorni. L’ultimo caso è della scorsa notte: due familiari sono stati portati al Centro iperbarico di Ravenna in seguito ad un avvelenamento da monossido verificatosi in città. Stanno recuperando. Il caso precedente ha riguardato padre e figlio, stranieri, intossicati dal monossido sprigionatosi da un braciere malfunzionante, come nel caso della scorsa notte. Anche stanotte i due intossicati sono stati trasportati al Centro iperbarico ravennate, e in entrambi i casi sono intervenuti in prima battuta i vigili del fuoco, che hanno a loro volta allertato l’Ausl.

E’ il Dipartimento di Igiene pubblica a fornire alcuni suggerimenti per evitare inutili rischi in questa stagione invernale appena iniziata. Il monossido di carbonio (Co) è un gas inodore e incolore potenzialmente mortale. E’ un prodotto di combustione emesso dai motori a benzina, fornelli, stufe, generatori, lampade a gas, carbone o legno. L’accumulo di monossido di carbonio in spazi completamente o parzialmente chiusi può provocare la morte per avvelenamento di persone e animali. Ogni anno è infatti fondamentale verificare l’adeguatezza dei sistemi di combustione, per evitare il loro malfunzionamento,

«Assolutamente da evitare il ‘fai da te’ – spiega Gabriele Peroni, responsabile del Dipartimento di Sanità Pubblica – Le soluzioni artigianali improvvisate sono spesso la causa degli incidenti. In presenza, ad esempio, di un caminetto, è bene far controllare da un tecnico abilitato la sua efficienza e quella della canna fumaria prima dell’inizio della stagione fredda o dopo un lungo periodo di inutilizzo". In condizioni ottimali il carbonio presente nel combustibile si combina con l’ossigeno dell’aria e viene trasformato nell’innocua anidride carbonica, mentre con carenza di ossigeno si forma il micidiale Co, che, quando inalato passa nel circolo sanguigno e si sostituisce all’ ossigeno Il ridotto apporto di ossigeno agli organi provoca uno stato di asfissia dei tessuti, che colpisce maggiormente gli organi che necessitano di più l’ossigeno: il cuore ed il cervello. L’intossicazione non dipende solo dalla concentrazione di Co nell’aria, ma anche dalla durata dell’esposizione e dal volume respirato. Bambini e animali sono più a rischio: un loro malessere può essere un campanello dl’allarme per un adulto che ancora non abbia avvertito alcun sintomo. "I primi sintomi di intossicazione da monossido – spiega Peroni – sono generici e non facili da riconoscere: un leggero mal di testa, un po’ di affanno, sensazione di vertigini, uno stato confusionale mentale, generici disturbi della vista, nausea, vomito. In seguito sopravviene la perdita di coscienza e di lì a poco la morte. In tal caso il soccorso rapido è essenziale. Le azioni da mettere immediatamente in atto sono: aerare l’ambiente, allontanare subito la persona colpita, facendo attenzione al contempo a non compromettere la propria incolumità e chiamare il 118 ”.

Ma come evitare questi pericolosi incidenti? "I fattori principali da tener e sotto controllo – conclude il il dottore – sono l’efficienza del sistema di evacuazione dei fumi (canale da fumo, canna fumaria, comignolo), la corretta ventilazione dei locali, la cubatura ed idoneità dei locali in cui è installato il generatore di calore, lo stato di manutenzione dell’impianto e l’utilizzo di mezzi di riscaldamento non a norma. La parola d’ordine di questo inverno è calore piacevole ma con sicurezza. Evitiamo l’utilizzo di bracieri e fiamme libere in ambienti non ventilati, e affidiamoci per il controllo dei nostri mezzi di riscaldamento a un esperto che conosca le normative tecniche e di sicurezza in vigore, i Regolamenti edilizi e di Igiene locali.”