Autodromo, forziere della città L’effetto Formula 1 vale 274 milioni

La società Jfc calcola l’impatto economico dell’appuntamento di aprile tra introiti diretti e indiretti. Numeri che, anche in passato, hanno generato polemiche. Per hotel e ristoranti giro d’affari da 15 milioni

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Quanto vale, in termini di ricadute economiche, il Gran premio di Formula Uno per Imola? Se ne parla ormai da tempo.

E oggi, riducendo la questione ai minimi termini, la si può sintetizzare così: 66 milioni tra benefici diretti, indiretti e indotti (relativamente facili da quantificare) più ulteriori 208 milioni (stimati) tra effetti sulla filiera e copertura mediatica. Totale: 274 milioni.

A inizio anno, in vista del Gran premio che il 22-24 aprile avrebbe portato in Autodromo 130mila spettatori, la Regione aveva fissato l’asticella attorno ai 200 milioni. Poi la cifra è lievitata, con il passare dei giorni e delle settimane, prima a 230 (fonte Regione) e infine a 270 milioni (Aci). Sono seguite polemiche, accuse di cifre gonfiate e ironie capaci di rievocare un mitico personaggio tv dei tempi della Gialappa’s Band: l’ingegner Cane, inaffidabile professionista scelto per costruire il ponte sullo Stretto ma travolto dai numeri che "fanno girare la testa".

Alla società faentina di consulenza turistica Jfc, che nel 2020 aveva quantificato in oltre tre milioni il fatturato per il settore ricettivo imolese di un Gran premio di Formula 1 a porte chiuse, è quindi toccato il (difficile) compito di fermare idealmente la musica attorno alla quale si muove quello che, usando un inossidabile luogo comune del mestiere, viene pigramente il ‘balletto’ (o valzer, a seconda del livello di accuratezza dello scrivente) delle cifre.

Impresa compiuta? Probabilmente no. Ci si continuerà a dividere tra favorevoli agli investimenti necessari a ospitare il Gran premio (in maggioranza) e contrari. A fronte dei trenta milioni malcontati da mettere sul tavolo ogni anno per portare il Circus in riva al Santerno fino al 2025 (cinque della Regione, due dal Con.Ami, il resto da Governo e Aci, con quest’ultima che può contare sulla vendita dei biglietti), era però doveroso provare a mettere dei numeri nero su bianco.

Il report presentato ieri in Autodromo, nel corso di un evento con gli operatori del settore ideato forse per provare a disinnescare le polemiche pronte a riesplodere al primo bilancio in rosso di Formula Imola o a qualche decibel di troppo attorno alla pista, dimostra appunto quanto sia complicato arrivare a dati concreti.

Lo studio di Jfc contempla infatti, oltre ai benefici diretti, indiretti e indotti, anche la cosiddetta ‘ricaduta valoriale’ nonché l’impatto mediatico di un evento mondiale come il Gp di F1. Per quanto riguarda gli introiti per hotel, bar, ristoranti e mondo del commercio (benefici diretti) siamo dunque attorno ai 30 milioni, compresi però i 15 milioni di incassi dalla vendita dei biglietti e di iniziative come i tour della pista. Poi ci sono 22,7 milioni di benefici indiretti (organizzazione, trasporti, parcheggi e servizi territoriali vari) e altri 13 milioni di indotto, relativi cioè al "valore che l’evento è in grado di produrre sul livello di occupazione e sull’incremento dei consumi in ambito locale".

C’è poi l’effetto di "ricaduta valoriale" sulla filiera dell’industria motoristica regionale: oltre 36 milioni tra incremento internazionale del business, accesso sul territorio di nuove imprese e attrazione di flussi di investimento. Infine, la fetta più grossa (e aleatoria) della torta: la copertura mediatica. I benefici economici generati dalla visibilità dell’evento a livello mondiale, ottenuti considerando il "valore equivalente agli spazi pubblicitari sui media" e quello del "innalzamento dei brand Imola", sono stimati in 172 milioni.

Enrico Agnessi