Locali in centro storico dei quali il Comune rientrerà in possesso nei prossimi anni. O ancora spazi, di proprietà dell’Ausl, da liberare nella complessiva riorganizzazione delle attività dell’Azienda sanitaria verso l’ospedale vecchio. Infine, l’immancabile ipotesi Osservanza. Sono (almeno) tre le possibili sedi, tutte in questo momento al vaglio del Municipio, per il nuovo Mimas - Museo internazionale moto e auto storiche, nuova struttura dedicata in particolare alle due ruote destinata a nascere in futuro in città.
"Suggestioni", le definisce il sindaco Marco Panieri, rispondendo in commissione consiliare a una domanda del capogruppo di Fratelli d’Italia, Nicolas Vacchi. "È ovvio che, per andare a cercare finanziamenti pubblici o privati, il primo elemento è avere un soggetto costituto", ragiona il primo cittadino davanti alle forze politiche di maggioranza e opposizione.
Da qui l’esigenza di dar vita alla Fondazione Mimas, sostenuta dal Comune, che nascerà entro fine anno per poi diventare operativa nel 2025. Come da progetto illustrato ieri in commissione, la nuova Fondazione, che avrà sede al civico 1 di piazza Ayrton Senna (l’indirizzo dell’Autodromo), sarà "aperta alla partecipazione di soggetti giuridici pubblici e privati" e rappresenterà "l’espressione di una convergenza di visione tra entità pubbliche e private per il perseguimento di fini di utilità sociali".
Dal punto di vista pratico, il Comune metterà 50mila euro una tantum (metà dei quali destinati a "fondo patrimoniale di garanzia" vincolato al fine di assicurare la necessaria garanzia patrimoniale verso terzi), uno dei soci fondatori contribuirà con un bene del valore stimato di 100mila euro e i restanti soci fondatori privati dovranno effettuare un conferimento in denaro o in natura entro il termine del 30 giugno 2025.
La Fondazione sarà amministrata da un Consiglio direttivo temporaneo, composto da cinque membri. Il più noto, soprattutto per gli imolesi, è Benito Battilani, proprietario della collezione di moto d’epoca e storiche prodotte da ditte italiane e straniere dall’inizio Novecento al 1940, destinata evidentemente ad avere un ruolo da protagonista in questa nuova avventura.
"Tutto parte da Battilani, che ha già una collezione importante – conferma il sindaco Panieri in commissione –. Ci sono poi suoi colleghi che molto spesso non hanno parenti o affini, ma comunque vogliono ricordare per sempre la storia delle loro collezioni. E noi dobbiamo far sì che restino pubbliche e non vadano all’estero".
Altro obiettivo, nelle parole del primo cittadino, è quello di "valorizzare anche le arti che stanno dietro alla Motor Valley: il percorso di restauro e l’archivio dei materiali, in particolare libretti e fotografie. Infine – conclude Panieri –, testimoniare un domani anche un passaggio generazionale per fare sì che ci sia consapevolezza della storia motoristica del nostro Paese".
Enrico Agnessi