
Il presidente della società pubblica. Area Blu, Eros Nanni, in scadenza di mandato
Difesa dell’operato della società ("Condotta sempre orientata alla massima trasparenza e correttezza"), contestazione delle "infondate e tendenziose ricostruzioni circolate nelle ultime settimane" e una risposta alle forze politiche di opposizione (FdI in testa) che da tempo chiedono alla Spa di vedere le carte: "Essendo in corso indagini della magistratura, non possono essere condivisi atti e documenti di rilevanza investigativa". Tocca a Eros Nanni, presidente di Area Blu, rompere un silenzio, quello attorno al caso dei 200mila spariti dai conti della società pubblica, che durava ormai da quasi un mese, da quando cioè il direttore generale Emanuele Rocchi aveva ricostruito la vicenda rispondendo a una sollecitazione del meloniano Simone Carapia.
La Procura indaga su "due pagamenti effettuati a un beneficiario non registrato tra i propri fornitori", ricorda il presidente Nanni, arrivato ormai a scadenza di mandato, e che potrebbe non guidare Area Blu (attualmente lo fa a titolo gratuito in quanto pensionato) anche in futuro. I sospetti si concentrano su un ex dipendente infedele con un ruolo apicale all’interno dell’azienda, che avrebbe dirottato i fondi su conti correnti a lui riconducibili. Come si è arrivati a lui?
"La società, a seguito degli approfonditi controlli effettuati su impulso del Consiglio di amministrazione nell’ambito della redazione del bilancio 2023, ha riscontrato a metà del mese di aprile del 2024 alcune anomalie rispetto a due bonifici, conseguentemente ha posto in essere tutte le opportune e doverose azioni esperibili", ricostruisce Nanni in una nota diffusa ieri mattina da Area Blu.
Il presidente rivendica di aver informato, di lì a stretto giro, il Cda e, tramite quest’ultimo, l’assemblea dei soci. Poi di aver presentato denuncia ai carabinieri (siamo maggio 2024) "chiedendo il sequestro delle somme oggetto dei bonifici" e, a ottobre dello scorso anno, di aver segnalato la vicenda anche alla Procura regionale della Corte dei conti.
Nel frattempo, quanto accaduto veniva menzionato per sommi capi (e senza fare riferimento alla denuncia, ma solo a un’indagine interna) anche nella nota integrativa allegata al bilancio 2023 di Area Blu, pubblicato la scorsa estate. Il caso è quindi rimasto sottotraccia per alcuni mesi. A gennaio di quest’anno, Carapia ha presentato però una richiesta di accesso agli atti. E solo a quel punto sono emersi maggiori dettagli, anche se a tutt’oggi Area Blu continua a mantenere (per quanto possibile) riservata la vicenda e a non rendere noto l’autore dei bonifici e le modalità utilizzate per aggirare i controlli.
Per bocca del suo presidente, la società si definisce "estremamente determinata nel compiere ogni azione utile per accertare eventuali responsabilità" e per "recuperare quanto ritiene le sia stato indebitamente sottratto". Quanto all’opposizione, "un’eventuale diffusione pubblica di informazioni di rilevanza investigativa potrebbe compromettere le indagini in corso – prosegue Nanni – e pregiudicare le azioni dalla società a tutela del patrimonio sociale e dei propri soci. Una volta che – conclude il presidente di Area Blu – i vincoli di riservatezza saranno venuti meno, la società si rende disponibile a fornire tutte le informazioni utili a chiarire la vicenda".