Imola, 8 ottobre 2024 – Istituzione di un servizio di sorveglianza operativo 24 ore su 24. È questo, assieme alla conferma dell’utilizzo delle telecamere di sicurezza e al proseguimento dei corsi di formazione per i sanitari (ai quali potrà essere presto fornito anche supporto psicologico, oltre che legale), lo strumento principale attraverso il quale l’Ausl conta di fermare nuove aggressioni al personale sanitario che lavora in pronto soccorso.
«Tolleranza zero», è il messaggio lanciato ieri dal direttore generale dell’Azienda sanitaria, Andrea Rossi, al tavolo con i sindacati convocato dopo il ferimento di un medico e due infermieri un paio di settimane fa all’ospedale Santa Maria della Scaletta. Secondo quanto riferito dal dg Rossi, la cosiddetta ‘guardiania’ avrebbe un costo presunto di 200mila euro l’anno per le casse dell’Ausl.
Va da sé che i compiti dei vigilantes sono limitati rispetto a quelli delle forze dell’ordine. Per questo motivo, i sindacati chiedono che anche la Prefettura intervenga, potenziando il posto di polizia in ospedale e fornendo il personale in grado di garantire la presenza, pomeridiana e nei festivi, di un agente dedicato. C’è invece, ormai da oltre un anno, una linea telefonica diretta che collega il triage del pronto soccorso e il commissariato. È stata attivata a luglio 2023, sulla scorta di un’altra ondata di aggressioni ai sanitari. Resta operativa, ma evidentemente non è più sufficiente, anche la vigilanza privata, presente dalle 18 alle 2 di notte.
Maggiore aiuto è destinato ad arrivare in futuro anche dalle telecamere di sicurezza, che oggi sono 18 in pronto soccorso e tre nell’atrio centrale dell’ospedale, in quanto l’ultimo decreto varato Governo consente tra le altre cose l’arresto differito grazie all’utilizzo della documentazione video. Infine, continueranno a essere organizzati corsi di formazione dedicati ai dipendenti per affrontare adeguatamente episodi di aggressività, attuando strategie di de-escalation del conflitto.
Sul fronte sindacale, al di là dell’arrivo della guardiania («La chiediamo da dieci anni»), l’esito del summit di ieri non soddisfa Giuseppe Rago (coordinatore locale Uil Fpl). «L’incontro purtroppo non ha portato a immediate decisioni per la salvaguardia dei dipendenti – protesta Rago –. Si continua a ragionare sulla scorta di interventi a posteriori per perseguitare gli autori dei reati, ma non a prendere decisioni in merito alla prevenzione. È acclarato che gli episodi di violenza si verificano per l’accesso incontrollato alle strutture da parte di chiunque. La preoccupazione è comunque viva e sentita, è già difficile reperire risorse umane nell’ambito sanitario e questo clima di paura certamente non incentiva. Confidiamo – conclude il sindacalista – nell’impegno del sindaco a attivare a breve un tavolo di confronto con tutti gli attori: Ausl, sindacati e forze dell’ordine comprese. La speranza è l’ultima a morire, ma la pazienza dei dipendenti è finita da un bel po’».