Una grande area mostre, un ristorante, spazi per ospitare le opere di Guido Cagnacci e del Guercino, un piccolo museo archeologico. Oltre alla valorizzazione dell’arena estiva, che anche quest’estate sarà utilizzata per eventi. Fino, ne parliamo a parte, allo spostamento della statua dell’Ebe del Canova, per valorizzarla ulteriormente. Sono stati svelati ieri i dettagli del restauro del San Domenico, in piazza Guido da Montefeltro, nello specifico il completamento del secondo chiostro. I lavori, che procederanno per stralci, dovrebbero iniziare nell’estate del 2022.
Il costo è di 9 milioni di euro. Gli amministratori contano di intercettare fondi da altri enti (Ministero dei Beni culturali, Regione, Unione Europea). Nel caso non ci si dovesse riuscire, si procederà con fondi propri, senza escludere la possibilità di accendere mutui. "I lavori interesseranno l’ala che guarda piazza Guido da Montefeltro. Ala che è stata abbattuta e che vogliamo ricostruire – spiega l’assessore alla cultura, Valerio Melandri –. Cosa vogliamo farci? Una grande area delle mostre, che si intrecci con gli spazi del museo". Una duplicità "che poche strutture culturali hanno in Italia".
Nella nuova ala, per complessivi 3.500 metri quadrati, "vorremmo portare al primo piano – continua l’assessore –, le pale del Cagnacci e del Guercino, ora a palazzo Merenda, così da recuperare parte di quello che definisco il nostro patrimonio invisibile". Nell’area sottostante l’arena estiva (riconfermata con 350 posti dal 1° giugno al 30 agosto) "avremo un piccolo museo archeologico, con la ventina di pezzi che sono nella nostra disponibilità. Più che un museo, saranno laboratori dedicati all’archeologia". L’ultimo tassello "sarà l’area servizi". Questa, par di capire, affiancherà nel nuovo immobile la biblioteca dei musei. "Avremo un grande ristorante, un’area catering, uno spazio polifunzionale".
Verrà tolta poi la cancellata presente ora davanti alla zona dove sarà costruito l’edificio. A curare l’intero intervento sono l’architetto Gabrio Furani e lo studio Lucchi & Biserni con Wilmotte & Associés. "L’idea architettonica – riassume l’architetto Alessandro Lucchi –, è quella di abbinare elementi moderni con elementi antichi". Il direttore delle Grandi Mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi, Gianfranco Brunelli, rileva come "questo intervento andrà a completare i lavori di ristrutturazione del San Giacomo iniziati nel 1996". Lavori ai quali hanno fatto seguito "16 anni di grandi mostre", che hanno inserito Forlì tra le città da visitare per motivi culturali. "Mettere insieme mostre e musei è un abbinamento vincente. Di questo beneficerà non solo Forlì, ma anche le province vicine".
"I lavori del chiostro dimostrano quanto la giunta non lavora – dichiara il sindaco Gian Luca Zattini", replicando alle polemiche dell’opposizione dopo l’annullamento dell’ultima seduta del consiglio comunale. E poi aggiunge una novità: "Quest’anno sono 800 anni dalla morte di San Domenico – le cui spoglie sono a Bologna –. L’impegno è andare in Regione per capire se c’è possibilità di interlocuzione". Verrà chiesta la possibilità di portare i resti del santo a Forlì. Una volta terminati i lavori da 9 milioni di euro, ragionano Melandri e Zattini, "il San Domenico, questo l’obiettivo, verrà vissuto tutto il giorno da turisti e forlivesi".
Luca Bertaccini