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No vax Forlì: "Rifiuta il vaccino, allora non la assumo"

Un piccolo imprenditore scrive al Carlino: "Aveva tutte le caratteristiche, ma quali sono i suoi valori? E devo proteggere clienti e altri dipendenti"

Una manifestazione no green pass

Una manifestazione no green pass

Forlì, 31 agosto 2021 - Scegliere di non assumere un nuovo dipendente, pur in possesso di varie qualità professionalità, perché No Vax. È quello che racconta un piccolo imprenditore, al quale, su sua richiesta, concediamo l’anonimato poiché ci ha palesato timore di ritorsioni. 

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Sono titolare di una piccolissima impresa forlivese nel settore del commercio e oggi ho preso una decisione dolorosa: ho assoluta necessità di assunzioni per rafforzare un punto vendita della provincia e, pur avendo individuato una candidata eccellente e perfettamente rispondente alle nostre necessità, ho deciso di rifiutarne l’assunzione. Perché? Perché la candidata si è sostanzialmente dichiarata No Vax. 

Ho fatto una discriminazione? A mio parere no. Ho solo preso una decisione in linea con i valori della nostra piccola azienda, dove non esiste la parola ’nero’, dove i dipendenti ricevono premi legati ai risultati dell’azienda, dove il gioco di squadra è tutto, dove ognuno di noi è attento non solo al cliente ma anche alle esigenze dell’altro, sia esso collega, proprietario o collaboratore.

Può una persona con un livello di cultura elevato avere una così scarsa solidarietà e sensibilità sociale sull’importanza del vaccino da poter poi davvero saper fare squadra con gli altri dipendenti? Quali sono i valori di un giovane che se ne frega dei medici, paramedici, forze dell’ordine e persone fragili che hanno perso la vita a causa di una pandemia dalla quale usciamo solo se tutti facciamo la nostra parte? Ho solo applicato quello che ha ricordato il nostro Presidente Mattarella: uno è libero di fare entrare il virus in casa propria... ma altri sono altrettanto liberi di decidere di non farlo entrare in casa loro. Non ho rifiutato una assunzione per motivi di sesso, colore della pelle, razza, religione o idea politica: ho solo cercato di proteggere gli altri dipendenti dal rischio di lavorare con una persona che non si è vaccinata è mai si vaccinerà.

Si discute tanto sull’applicazione del Green Pass nei posti di lavoro, ma forse qualche giovane disoccupato non ha ancora compreso che, almeno in sede di assunzione, un imprenditore è libero di tutelarsi e tutelare gli altri collaboratori da coloro che inseguono il solito slogan "ci sono premi Nobel che sostengono l’inutilità del vaccino": come è facile approfondire, ci riferiamo a un unico scienziato in tutta la comunità scientifica mondiale, Montagner, che forse ha già dato prova di non avere più, per meri motivi anagrafici, la lucidità di quando aveva vinto il Premio Nobel... Peraltro si è dissociato da lui il co-vincitore. Ma ciò è sufficiente per chi deve rafforzare le proprie convinzioni per usare "premi Nobel" al plurale e per trasformare Montagner in un infallibile visionario.

Un’ultima osservazione: ho dato un’occhiata ai partecipanti di una manifestazione contro la "dittatura sanitaria" (nella foto di repertorio): età media 50 anni, pochi giovani e tantissimi della mia generazione, quella dei primi anni ‘60. Una generazione che non ha fatto le lotte del Sessantotto, non ha partecipato alle battaglie sul divorzio e sull’aborto (siamo arrivati all’età adulta poco dopo), che sta consegnando un Paese ‘fermo’ e allo sfascio ai propri figli e nipoti, che ha contribuito a distruggere l’ambiente, che ha eletto una classe politica priva di statisti come coloro che negli anni ‘50 e ‘60 avevano portato l’Italia a tassi di crescita che oggi si può permettere solo la Cina. E tutto quello che questa generazione (ripeto: la mia) sa fare... è combattere contro una norma, quella del Green Pass, ‘inventata’ proprio per evitare l’obbligo vaccinale, che sarebbe peraltro pienamente costituzionale, visto che siamo la generazione cresciuta con i vaccini obbligatori?

A mio parere siamo solo in presenza di una impennata di orgoglio e voglia di lottare... tardiva e totalmente costruita su fake news, su molta ignoranza, ma anche su un inspiegabile egoismo: perché qui non si tratta di decidere solo sulla propria vita (altrimenti questa generazione poteva ribellarsi anche all’obbligo del casco, delle cinture, dei seggiolini per auto) ma anche su quella degli altri: e qui le istituzioni devono essere, a mio parere, molto ferme... perché, al contrario, potremmo trovarci (lo dico da fumatore) a respingere anche la dittatura sanitaria che mi impedisce di fumare in un bar o in un ristorante. E ci sarà pure qualche scienziato in giro per il mondo che sostiene che il fumo non fa poi così male...!

Lettera firmata

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