REDAZIONE FORLÌ

Matteo Salvini a Forlì, comizio dal balcone del Municipio

Il sindaco Drei polemizza su Facebook: "Quello a cui Forlì assiste in questo momento è qualcosa di penoso"

Salvini affacciato al balcone del Municipio in piazza Saffi a Forlì (foto Frasca)

Salvini affacciato al balcone del Municipio in piazza Saffi a Forlì (foto Frasca)

Forlì, 3 maggio 2019 - Bagno di folla, sotto la pioggia, per Matteo Salvini. Il vice premier e ministro dell’Interno leghista ha parlato al suo elettorato, con un fuori programma: è andato sul balcone del municipio dal quale ha tenuto il suo comizio e intonato ‘Romagna Mia’ rivolto alla folla di sostenitori (circa 4mila dicono i leghisti, tra dentro e fuori). «Il 26 maggio le terre tradizionalmente rosse si sveglieranno colorate di verde e azzurro. Faremo la storia di Forlì e della Romagna». A chi in fondo alla piazza lo ha contestato con qualche buu, fischi e cantando ‘Bella Ciao’ Salvini ha rivolto parole nette: «Se voi cinquanta sfigati volete i clandestini a casa vostra, pagateveli. Vi farebbero bene sei mesi di servizio militare negli Alpini».

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Al suo fianco, in municipio, il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone e il candidato sindaco di Forlì per il centrodestra, Gian Luca Zattini al quale Salvini ha stretto la mano dicendo: «Fate un applauso a chi governerà questa città».

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Alle 22,45 sulla bacheca Facebook del sindaco Davide Drei è comparso un post molto duro che ha subito accesso la polemica.

«Quello a cui Forlì assiste in questo momento è qualcosa di penoso. Usare il balcone del Municipio su piazza Saffi per parlare a una (per la verità scarsa) platea di un comizio sembra scimmiottare le adunate anteguerra del regime. Cosa che per Forlì, che ha nella sua piazza principale un luogo di rispetto e memoria per i partigiani che qui vennero impiccati e per il sacrario alle vittime della guerra, è semplicemente inaccettabile. Usare la funzione di ministro dell’Interno per usare ogni spazio al di fuori dei regolamenti comunali, confondendo il ruolo istituzionale con quello del segretario di un partito, è un dispetto ai valori costituzionali basilari su cui si fonda l’Italia». Per il sindaco Drei è stata «una brutta serata purtroppo per la nostra città, un pessimo modo di fare campagna elettorale, non all’altezza della storia democratica di Forlì».