"Si è girato Trombetta". Sembra già di sentirli i supporter biancorossi intonare in loop, dagli spalti del ‘Morgagni’, quell’iconico tormentone che ha spopolato sul web in estate. Già, perché mancano solo i crismi dell’ufficialità, ma ‘Michelone’ c’è: è lui il nuovo attaccante del Forlì. Che cala l’asso e sfida la concorrenza. A suon di gol. Michele Trombetta: un uomo, un bomber, un meme.
Star della Kings League – il torneo di calcio a 7 partorito dalla fervida mente di Gerard Piquè, ex difensore del Barça nonché campione d’Europa e del mondo con la Spagna –, nella quale ha giocato con gli Stallions dello streamer ‘Blur’ capitanati dal Pupone nazionale Francesco Totti, il centravanti sbarca all’ombra di San Mercuriale per ripulire il Galletto dal fango della serie D e riportarlo nel cortile di sua competenza: la C.
Trentenne di Sala Bolognese, Trombetta ha iniziato a ‘suonare’ al ‘Conservatorio’ del Modena. Dalla Ghirlandina all’odissea nel sottobosco dei dilettanti che lo ha portato a toccare le ‘isole’ di Virtus Castelfranco, Progresso, Portuense, Sant’Agostino, Traversetolo, Cittadella Vis Modena e, da ultimo, Corticella dove, alla corte di Alessandro Miramari – attuale tecnico biancorosso e regista ‘occulto’ dell’affare –, ha totalizzato 65 gettoni impreziositi da 28 gol, di cui 15 nella passata stagione in serie D. Abbastanza per catturare le attenzioni di parecchi club del calcio che conta, attratti da questo spilungone di 195 centimetri, aerodinamico, potente e abilissimo nel gioco aereo. Un gigante buono, ‘Michelone’ Trombetta.
"Lavoro in banca, tifo Inter e... merito la C", ebbe a dichiarare in estate. Desiderio esaudito grazie alla Giana Erminio dell’ultraottuagenario presidentissimo Oreste Bamonte, l’uomo cui si deve la scalata dei milanesi dalla Prima Categoria alla terza serie professionistica, che gli offre un biennale. Irrinunciabile. Ma l’esperienza in quel di Gorgonzola non si rivela ‘filante’: Trombetta timbra solo una volta in campionato – a Bergamo (blitz 1-3 in casa dell’Atalanta Under 23) –, poi s’infortuna alla caviglia e buonanotte ai suonatori. Quando rientra per lui non c’è più posto.
Il presente si chiama dunque Forlì. Giunge all’ombra di San Mercuriale con qualche mese di ritardo – già in estate fu a lungo inseguito (invano) dal diesse Protti –, per giocarsi con il rinato ed efficacissimo Elia Petrelli il ruolo di rebbio centrale del tridente architettato da mister Miramari, cui spetterà il delicato compito di evitare dualismi deleteri nell’interesse preminente della squadra.
La novità è la formula del trasferimento. Che non sarà a titolo temporaneo – in tal caso, infatti, il Forlì avrebbe dovuto attendere gennaio, quando riaprirà i battenti il mercato del calcio professionistico –, bensì definitivo, previa risoluzione consensuale del rapporto in essere con la Giana Erminio. Occhi puntati, dunque, sul comignolo della sede di viale Roma per scorgere l’attesissima fumata biancorossa. Rullano i tamburi, squilla Trombetta.
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