Era l’alba dei ruggenti anni 90 quando l’impareggiabile Franco Strippoli (‘Mister riporto’), corrispondente dalla Puglia per 90° minuto, snocciolava a mo’ di filastrocca quel Rambaudi-Baiano-Signori leggendario tridente del Foggia di Zemanlandia nonchè vanto del popolo dàuno. La quintessenza del calcio champagne. Da allora è passata un’era geologica, eppure anche il Forlì di mister Alessandro Miramari, sebbene l’accostamento possa apparire irriverente trattandosi pur sempre di calcio di serie D, propone oggi un tridente notevolissimo: ben congegnato e performante. Che autorizza a sognare in grande.
Non a caso il Galletto, terzo della classe, condivide con il Ravenna, secondo, la palma di attacco più prolifico del campionato (22 gol), pur non disponendo di un bomber conclamato. Quantomeno classifica dei marcatori alla mano. Sì, perché occorre declinare fino alla sesta posizione per scorgere un biancorosso: Davide Macrì (5 reti in 689’), che in carriera non è mai andato oltre il tetto dei 7 gol stagionali, ma nell’impianto di gioco del vate bolognese trova terreno fertile per esaltare le proprie indubbie qualità.
Ad ogni modo, quella del Forlì si configura come un’autentica cooperativa del gol, con ben undici giocatori, finora, andati a bersaglio. Quattordici sono i sigilli del comparto avanzato nella sua totalità: dietro al capocannoniere Macrì, troviamo Okitokandjo (222’) a quota 3, Farinelli (onnipresente) e Petrelli (211’) a 2, infine Lilli (557’) e Merlonghi (516’) con un gol a testa.
Miramari, che in estate avrebbe fatto carte false per riabbracciare Michelone Trombetta, che ‘si è girato’ in C alla Giana Erminio (contratto biennale), ha votato 7 volte la fiducia al tridente formato da Farinelli (pretoriano irrinunciabile e freccia puntutissima), Merlonghi e Macrì. Assetto, questo, cui il tecnico biancorosso ha dovuto rinunciare solo obtorto collo. Segnatamente a causa delle 3 giornate di squalifica, per la leggerezza di Castel Maggiore, appioppate a Macrì (rimpiazzato egregiamente dall’impavido Lilli) e dell’infortunio muscolare occorso in quel di San Dàmaso a Merlonghi che, tuttavia, ha acceso le luci della ribalta sul ‘tulipano nero’ Okitokandjo, fisico possente ma movenze felpate, autore della doppietta faraonica valsa la caduta della Cittadella.
Proprio l’attaccante congo-olandese vive un dualismo leale e stimolante con Elia Petrelli, la cui masterclass impartita, domenica, al Sasso Marconi ha spianato la strada al successo biancorosso. Giunto a Forlì, via Genoa, in ritardo di condizione, il centravanti ex Juve una volta tirato a lucido potrebbe rivelarsi quel valore aggiunto capace di spostare gli equilibri, l’’acquisto’ più azzeccato della sessione di mercato invernale. Che vede il ds Cristiano Protti già alacremente al lavoro.
Il Forlì è infatti piombato su Asan Mata, 21enne ala italo-albanese scuola Sassuolo e fresca di svincolo dal Ciliverghe Calcio, club bresciano con cui ha totalizzato 8 presenze condite da 1 gol nel girone B di serie D, ed ex Potenza (3 gettoni in C). Pista calda, sebbene dall’entourage del giocatore, con trascorsi nelle nazionali giovanili del paese delle Aquile, filtri che la concorrenza sia nutrita.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su