C’è il caldo abbraccio della famiglia e il sapore intenso della rinascita nell’istantanea scattata da Elia Petrelli, domenica, al ‘Morgagni’. Il 23enne, possente, centravanti cesenate di proprietà del Genoa, parcheggiato in prestito al Forlì, è stato artefice del secondo dei tre gol (quello del momentaneoi 2-1) con cui il Galletto ha schiacciato il Sasso Marconi.
Una prodezza balistica di rara bellezza che ha consentito all’ex juventino, amico fraterno del bianconero e già azzurro Nicolò Fagioli, di porre fine a un’astinenza dalla gioia personale che durava dal 29 settembre, quando a risultato acquisito rifilò una manìta in faccia al malcapitato Corticella.
"Mirko (Drudi) mi ha passato la palla – ricostruisce Petrelli –, io ero in una posizione invitante per calciare e non ho esitato: sono stato fortunato e ho realizzato un grande gol. Spero di farne tanti altri, perché segnare è sempre gratificante". Con la professionalità che gli deriva dalle esperienze maturate nel calcio che conta, il centravanti biancorosso ha ingoiato panchine senza mai increspare la fronte né questionare, accettando il gioco della concorrenza in ossequio all’interesse prevalente del Forlì. E adesso Petrelli comincia a sprigionare il potenziale devastante del proprio arsenale tecnico, in larga parte ancora inespresso.
"Ho iniziato un po’ in ritardo la preparazione – spiega –, di conseguenza non sono arrivato pronto all’inizio del campionato; mi è servita qualche settimana per prendere condizione e ultimamente ho giocato di più, anche a un buon livello. Certo, entrando in forma le giocate ti riescono più facilmente e tutto si semplifica".
Quanto alla staffetta con il ‘tulipano nero‘ Okitokandjo, con cui si alterna nel ruolo di ‘rebbio’ centrale del tridente biancorosso, Petrelli confessa: "Siamo buoni amici. Chiaramente compete all’allenatore decidere chi deve scendere in campo. Fermo restando che se gioca Stevy io faccio il tifo per lui, diversamente è lui a fare il tifo per me".
Sul rapporto di amicizia che lo lega allo juventino Fagioli, l’attaccante ci scherza su: "Sono io che ho insegnato a lui questi gol. Insieme abbiamo condiviso tanto e siamo tuttora in contatto". Poi rivela che la mamma è la sua prima tifosa: "Crede in me più di quanto ci creda io".
Sulle potenzialità del Forlì nel contesto di un campionato incertissimo e senza padroni, Petrelli chiosa: "Siamo una bella squadra, imbottita di giocatori forti e in grado di determinare. Come noi, però, ce ne sono diverse: il Piacenza, malgrado ora sia in evidente difficoltà, il Ravenna, che ci ha battuto al termine di un match giocato alla pari, piuttosto che lo stesso Lentigione, che qui ha fatto una partita spigolosa... Tutte ottime formazioni".
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