Domani alle 18, a Forlimpopoli, andrà in scena la sfida tra Baskérs Forlimpopoli ed Angels Santarcangelo che assegnerà la vetta solitaria del campionato di serie C a una delle due regine (10 vittorie su 10 fin qui). Sulle panchine si sfideranno due allenatori forlivesi, Alessandro ‘Paxson’ Tumidei e Alberto ‘Pomo’ Serra che per due stagioni, dal 2015 al 2017, hanno condiviso la panchina della Pallacanestro 2.015 Forlì. Ne parliamo insieme a Gigi Garelli, loro head coach per circa un anno e mezzo, oggi in B a Faenza.
Garelli, com’è nata la collaborazione con Serra e Tumidei? "Quando siamo ripartiti a Forlì, da zero, dovevo costruire uno staff completo e di livello e la scelta è ricaduta su loro due. Pomo e Paxson sono due persone e due allenatori molto diversi tra di loro, ma allora erano complementari: Serra, da bravo professore di matematica, era più metodico e più attento alle regole e ai principi del nostro sistema. Tumidei, invece, era più scanzonato, più imprevedibile, il pensatore libero che portava un diverso punto di vista, idee alle volte estemporanee, ma sempre migliorative e utili per noi".
Il ricordo più bello di quelle stagioni? "Ovviamente molti, ma su tutti la Coppa Italia vinta a Rimini e la festa di Montecatini: momenti per me indelebili e sono felice che loro fossero lì con me. Se siamo riusciti a ottenere al primo colpo risultati così importanti, è una preziosa conferma di quanto avessimo fatto le giuste scelte, anche a livello di staff".
A quasi dieci anni di distanza, come vede i suoi ex assistenti? "Sicuramente saranno molto evoluti, perché da head coach cambiano le pressioni, le aspettative, le necessità. Con Alessandro è capitato di sentirci e di parlare di cose tecniche: ho sentito che le esperienze fatte in giro per l’Italia lo hanno aiutato a crescere ulteriormente e ad arricchire il suo bagaglio. Con Alberto è diverso, anche perché nella stagione 2021/22 sono subentrato al suo posto a Faenza e questo mi ha dato modo di toccare ancora di più con mano il suo lavoro e la sua mentalità. Ma questo non ha incrinato la nostra relazione, anzi: subito dopo la firma, in quel momento, ho voluto parlare con lui perché volevo che il nostro rapporto restasse immutato. E così è stato".
Chi vincerà domani? "Onestamente conosco poco le due squadre e non mi sento di fare pronostici. Ma sono certo che sarà una partita emozionante, anche e soprattutto per loro due".
Questa è la settimana di un altro big match, Fortitudo-Unieuro: qual è il suo pronostico? "La Fortitudo è una formazione che sta mancando di continuità e di certo il lavoro di Caja, che invece della regolarità ha sempre fatto il suo marchio di fabbrica, potrà essere di aiuto. Ma se dopo le tre vittorie consecutive sembrava che la strada intrapresa fosse giusta, il ko di Piacenza ha certo messo tutto in discussione".
Forlì quindi può farcela? "Finora ha faticato a trovare equilibrio su due aspetti decisivi per una stagione vincente: la difesa e l’impatto dei giocatori stranieri. Fin dalle prime amichevoli estive, avevo notato che non c’era la stessa potenzialità difensiva delle passate stagioni, ma mi sembra che con il lavoro si stiano facendo passi in avanti. Molto dipenderà invece dalle scelte che si faranno sugli stranieri: Dawson, Perkovic, un terzo nome… Ma domani credo che se Forlì riuscirà a fare una prova solida potrebbe riuscire a vincere. Ma di certo non sarà semplice".
Allargando il campo, come vede la corsa promozione in A2? Rimini può farcela? "Rimini è una squadra che sta facendo un bel percorso: gioca bene, ha fiducia e qualche volta è riuscita anche a conquistare qualche vittoria importante faticando. E questo è un ottimo segnale. Io credo sarà una bella volata finale: loro stanno accumulando vantaggio, ma mi aspetto che Cantù possa risalire con grande veemenza. Nei primi mesi del 2025 mi aspetto che si possa capire di più".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su