MATTEO BONDI
Politica

Pd, tensione Forlì-Cesena. Bulbi e Lucchi in corsa, ma manca un terzo nome: “Liste ancora da validare”

Secondo gli accordi, il partito oltre Savio doveva indicare un’ulteriore figura. Così agevola i propri esponenti nella sfida delle preferenze con i forlivesi

Da sinistra a destra, Daniele Valbonesi (47 anni), ex sindaco di Santa Sofia; Francesca Lucchi (40 anni), assessora a Cesena; Valentina Ancarani (46 anni), vicepresidente della Provincia; Massimo Bulbi (62 anni), consigliere regionale uscente

Da sinistra a destra, Daniele Valbonesi (47 anni), ex sindaco di Santa Sofia; Francesca Lucchi (40 anni), assessora a Cesena; Valentina Ancarani (46 anni), vicepresidente della Provincia; Massimo Bulbi (62 anni), consigliere regionale uscente

Forlì, 23 agosto 2024 – Gli ultimi giorni di agosto fanno entrare nel vivo la corsa per le elezioni regionali che dovrebbero tenersi il 17 e 18 novembre (anche se resta l’ipotesi di accorparle a fine ottobre insieme a Umbria e Liguria).

Nel Pd – primo fra tutti i partiti – sembra fatta la squadra che a livello locale correrà per l’assemblea legislativa emiliano-romagnola. Ai forlivesi Valentina Ancarani (vicepresidente della Provincia) e Daniele Valbonesi (ex sindaco di Santa Sofia; entrambi sono stati segretari territoriali) si sono aggiunti i cesenati Massimo Bulbi (consigliere regionale uscente) e Francesca Lucchi (assessora del Comune di Cesena). Due più due fa quattro, peccato che la lista di nomi che ci si aspetta dal territorio provinciale sia fatta di 5 nominativi. E quel nome mancante sta suscitando malumori.

La prassi vuole che a ogni tornata elettorale regionale le federazioni nelle quali si divide la nostra provicina si alternino nel proporre il proprio terzo nome: nel 2020 per il Forlivese erano in lizza Paolo Zoffoli, Sara Samorì e Rosa Grasso. Nessuno dei tre venne eletto in seno all’assemblea legislativa a favore dei due candidati cesenati che raccolsero un maggior numero di preferenze. Questo doveva essere l’anno in cui al Cesenate correva l’obbligo di proporre un terzo nome che, giocoforza, si sarebbe spartito parte delle preferenze. Ma così, almeno al momento, non è stato.

Tra i vertici del Pd forlivese nessuno vuole commentare ufficialmente la situazione, ma il mantra che ricorre tra i vari esponenti è: “Le liste devono essere approvate dalla direzione regionale”. Rimandando dunque al livello superiore la soluzione di questo ‘incidente’ senza entrare in diretto contrasto con il Pd cesenate. Ma, insomma, si pensa che la partita non possa chiudersi così: è tangibile l’irritazione per una decisione inaspettata. Tanto che un noto esponente del Pd, riferendosi ai colleghi cesenati, sbotta: “Parlano, ma poi fanno come cavolo gli pare”.

A fine luglio, due democratici avevano proposto una Conferenza programmatica provinciale, da tenersi almeno una volta l’anno: idea di Vico Zanetti per il Forlivese e Alessandro Pilotti per il Cesenate (quest’ultimo è attualmente a Chicago a seguire la convention di Kamala Harris), per cercare di superare il dualismo tipico del nostro territorio. Non pare che sia servito. Un altro esponente di spicco fa notare come, nei fatti, non cambierebbe comunque molto se il cesenate dovesse poi candidare come terzo “una figura meno conosciuta”.

Nel 2020 il Pd forlivese aveva pescato da una zona lontana dal capoluogo, puntando su una giovane assessora di Modigliana, Rosa Grasso. Era evidente l’intenzione di non danneggiare la corsa di Sara Samorì, ex assessora e (all’epoca) consigliera comunale Pd. Cosa insegna quell’episodio? Che la terza candidata raccolse sì un bottino di preferenze preziose (1.100). Tuttavia, anche attirandole tutte su di sè Sara Samorì (3.230 voti) avrebbe mancato il seggio in Regione, anche se solo per un’inezia (coi suoi 4.335, Massimo Bulbi ne avrebbe avuti 5 in più della forlivese).

Come finirà? Oltre alle comprensibili aspirazioni personali, i candidati dei vari territori dovrebbero contribuire allo scopo principale che è raccogliere il maggior numero di voti a sostegno di Michele de Pascale: la deliberata mancanza di un elemento o la proposta di un nome troppo debole inficerebbe comunque questo aspetto che per un partito che mira a rimanere al governo della Regione dovrebbe essere prioritario. Le liste si chiuderanno, presumibilmente, a settembre.