SOFIA NARDI
Politica

Giunta Forlì, Angelica Sansavini: “Volevo fare la nonna, ma non potevo dire no”

La neo assessora al welfare e alla casa, dopo 42 anni al vertice della onlus sociale, è stata voluta dal sindaco: "Ci ho pensato su e poi accettato, ho sempre preferito l’imprevisto che tirarmi indietro"

Nuova Giunta a Forlì: Angelica Sansavini assessore al Welfare di comunità, diritti civili e umani e politiche per la Casa

Nuova Giunta a Forlì: Angelica Sansavini assessore al Welfare di comunità, diritti civili e umani e politiche per la Casa

Forlì, 27 giugno 2024 – Angelica Sansavini è la nuova assessora con deleghe al welfare di comunità, diritti civili e umani e politiche per la casa.

Il suo è un volto noto nel mondo della cooperazione e non solo. Come si presenterebbe a quella parte di città che non la conosce ancora?

"Per 42 anni sono stata responsabile della cooperativa sociale Domus Coop che accoglie e accompagna minori, anziani e persone con disabilità psichica, sono sempre stata all’interno degli organi di Confcooperative, per otto anni sono stata nel consiglio della Fondazione Carisp e per quattro nel consiglio di amministrazione della casa di riposo Zangheri. Il mio, insomma, è stato un percorso lavorativo diverso da quello politico che condividono gli altri assessori della giunta".

Il suo nome è uno di quelli fatti direttamente dal sindaco, poche settimane dopo il suo addio a Domus Coop il 3 giugno. Qual è stata la sua prima reazione?

"Il giorno del passaggio di consegne a Domus Coop in tanti mi hanno chiesto quali fossero i miei piani per il futuro e io a tutti rispondevo ‘non lo so, ma intanto mi riposo’. Pensavo che avrei fatto la nonna a tempo pieno, tant’è che quando ho ricevuto la telefonata del sindaco ho molto esitato e ho preso tempo. Ci ho messo qualche giorno ad accettare, ma ben presto ho ritrovato lo stesso entusiasmo che mi ha sempre accompagnato nella mia professione".

Cosa l’ha fatta decidere per il sì?

"Mio marito mi ha suggerito che, non provenendo dal mondo della politica, avrei forse potuto dare un contributo diverso che arriva da tutto quello che ho imparato in questi anni di operatività. Inoltre ho ripensato alle mie esperienze del passato: è sempre stato più interessante accettare l’imprevisto, piuttosto che tirarsi indietro".

Conosceva già bene il sindaco Zattini?

"Nel corso di questi anni ho avuto modo di conoscere i sindaci che si sono succeduti, così come gli assessori che avevano le deleghe che ora ricopro io, ma i ruoli erano molto diversi rispetto ad oggi: io ero nei panni della realtà sociale che viene in Comune a portare le sue proposte".

Come si trova, ora, in questi primi giorni dall’altra parte della scrivania?

"Sono ancora molto stupita e un po’ spaesata, ma anche molto grata, sia al sindaco che mi ha scelto che a tutte le persone che mi hanno fatto compagnia nel mio lungo percorso professionale, dato che è anche grazie a quello che ho imparato al loro fianco che oggi mi trovo qui. Sono molto abituata a lavorare in gruppo con un fine comune e, anche se ancora non conosco a fondo gli altri assessori, sono certa che saremo una grande squadra, unita per il bene della città".

Anche se lei non appartiene ad alcun partito, il suo sarà un ruolo politico. Pensa che sarà difficile abituarsi a questo cambiamento rispetto alla sua lunga vita professionale?

"Ci ho riflettuto molto. So bene che il ruolo politico è diverso da quello dirigenziale/operativo e che queste distinzioni vanno salvaguardate. La mia esperienza, però, mi ha insegnato che è molto importante ascoltare chi è ogni giorno sul campo per trovare insieme la direzione giusta nella quale muoversi".

Quindi lei pensa di puntare sull’ascolto degli operatori?

"Sì, mi piacerebbe anche organizzare dei momenti di ascolto diretto dei cittadini per poi trarre le considerazioni che conducano a individuare le priorità, sempre nella consapevolezza che nel mondo del sociale i bisogni cambiano ogni giorno ed è necessario saper stare al passo con questi mutamenti rapidi".

Lei ha avuto una lunga esperienza all’interno del consiglio della Fondazione, uscendone poi due anni fa. Cosa le ha lasciato questo periodo?

"Soprattutto mi ha dato occasione per entrare a contatto con mondi che non conoscevo, in particolare con quello del volontariato e del terzo settore. È stato molto bello incontrare persone, scoprire realtà nuove e fare gruppo. Poi c’è una questione di metodo, infatti ho fatto mio il metodo della Fondazione: quello che fai per uno, lo fai per tutti".

Come vede nel prossimo futuro il rapporto tra Comune e Fondazione?

"La collaborazione tra le due realtà è sempre stata ottima e in futuro non posso che vedere un proseguimento di questo rapporto con lo scopo di dare gambe a progetti comuni".

Quali saranno le sue prossime mosse?

"In questi giorni sto cominciando ad ambientarmi. Una delle prime cose che ho fatto è stata contattare l’assessora che mi ha preceduto, Barbara Rossi, e le ho chiesto di illustrarmi i progetti che aveva in cantiere e quelli già partiti, per poter ripartire proprio da lì".