Forlì, 4 dicembre 2016 - Mancano tre settimane a Natale e Rimini – città turistica sul serio e non solo a chiacchiere – ha trasformato questa semplicissima constatazione in un evento: conto alla rovescia, inaugurazione della pista di pattinaggio, accensione delle luminarie, lancio di un pacchetto di iniziative. Poi vabbè, fuochi d’artificio e coriandoli: ma in Riviera ci può stare. Tutto il resto anche Forlì avrebbe potuto copiarlo, se solo non si fosse limitata a proporre un albero di Natale di plastica. Cos’è successo invece qua? Semplice: le luminarie sono state accese venerdì 25 novembre (Forlì nel Cuore l’ha comunicato martedì, quattro giorni dopo...), la pista del ghiaccio è partita praticamente senza preavviso, l’albero di Natale – vabbè che non è un granché – è stato acceso mercoledì, una sera feriale con temperature rasenti allo zero (nella conferenza stampa di martedì l’assessore Ravaioli aveva tenuto la data top secret: «Nelle prossime sere...». A che pro?). Già un anno fa il Carlino aveva proposto di ispirarsi a Rimini. Non abbiamo la pretesa di portare qui i turisti russi, ma almeno potrebbero avvicinarsi i forlivesi, se solo il Comune provasse ad attirarli. Invece si è riusciti a fare addirittura peggio del 2015, e questo nonostante le ripetute sollecitazioni sul centro: dal nostro giornale, ma anche dai commercianti, da Legacoop, dal procuratore Sergio Sottani. È il segno di una giunta sempre più scollata dalla città che dovrebbe governare.
ForlìIl Natale mancato