Forlì, 18 luglio 2024 – Se le reazioni della Borsa sono l’indicatore più fedele di un’operazione finanziaria, allora il responso è stato chiaro: infatti il titolo Unieuro – sceso martedì a 8,24 euro con un -1,4% – ieri ha chiuso le contrattazioni con un notevole +40,8%. Ogni azione, ieri sera a Piazza Affari a Milano, valeva 11,34 euro. Questo sta a significare che il mercato vedrebbe con favore l’Opa francese, vale a dire l’offerta pubblica di acquisto lanciata martedì dal gruppo rivale Fnac-Darty insieme a Ruby Equity Investment che ha come obiettivo quello di creare un colosso con un giro d’affari di 10 miliardi di euro. In questo scenario, Unieuro passerebbe in mani francesi.
Nella tarda serata di martedì, il colosso forlivese (che ha la sua sede legale e amministrativa presso Palazzo Hercolani al numero 10 di via Maroncelli), ha emesso una nota nella quale annunciava l’immediata riunione del cda, sotto la presidenza di Stefano Meloni. "Il Consiglio di amministrazione – si legge – si riserva ogni valutazione al riguardo e, una volta acquisite le necessarie informazioni, assumerà le relative deliberazioni nei tempi previsti dalla disciplina applicabile".
Questo vuol dire che ora Unieuro presenterà il prospetto informativo alla Consob – l’organo di controllo del mercato finanziario italiano – che lo dovrà approvare o girare ad altri organismi per ulteriori autorizzazioni. Una volta avuto questo via libera, si ipotizza che entro la fine di settembre la ‘macchina’ dell’Opa dovrebbe partire. E a quel punto la parola passerà ai grandi soci di Unieuro: accetteranno di cedere le quote ai francesi? Probabile, ma potrebbero anche rifiutarsi e restare nelle condizioni attuali.
Il gruppo presenta attualmente un azionariato diffuso. Oltre il 70% fa riferimento a soci istituzionali e individuali, anche con piccole quote (l’1,43% è detenuto dall’amministratore delegato Giancarlo Nicosanti Monterastelli). Importanti le partecipazioni di Iliad, 12,3%, e Amundi, 5%: entrambi i partner sono francesi come Fnac (Amundi, il più grande asset manager d’Europa, è controllata dalla banca Crédit Agricole). Poi ci sono Giuseppe Silvestrini e i suoi familiari, figlio del fondatore della catena di negozi MarcoPolo ed ex presidente: insieme hanno il 6,1%.
In città non si sono fatte attendere le prime reazioni. Sul fronte sindacale c’è attenzione alla situazione dei diversi dipendenti sia a livello locale che nazionale. "Abbiamo appreso della situazione dagli organi di informazione – afferma Gianluca Gregori, segretario generale della Filcams Cgil Forlì-Cesena –. Abbiamo subito richiesto all’azienda un incontro urgente a livello nazionale per avere un quadro più dettagliato delle prossime mosse del società, con cui abbiamo da tempo buone relazioni sindacali. Certamente il tema dei posti di lavoro, con numeri significativi, è centrale e nei prossimi giorni cercheremo di approfondire alcune questioni". Anche il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini commenta la vicenda: "Ho appreso dell’offerta dalla stampa. Seguo con grande attenzione, pur sapendo che si tratta di dinamiche societarie molto complesse e delicate. L’auspicio è che venga salvaguardato il tessuto socio-economico locale e che qualunque sia l’esito della proposta di acquisizione di Unieuro, azienda e dipendenti continuino a rappresentare un punto di riferimento importante per l’intera comunità forlivese".