Forlì, 7 novembre 2024 – Enrique Martinez è laureato in economia ed è entrato a far parte del gruppo Fnac nel 1998. Da luglio 2017 è amministratore delegato di Fnac Darty e ha guidato l’acquisizione di Unieuro da parte del gruppo francese.
In che modo dottor Martinez l’esito della seconda fase dell’Opa influenzerà le vostre prossime mosse? Queste dipenderanno dalla percentuale raggiunta?
“Fino a domani gli azionisti di Unieuro che non hanno ancora aderito alla nostra offerta hanno la possibilità di cogliere l’opportunità e conferire le loro azioni, anche alla luce della conferma che la stragrande maggioranza degli azionisti, compresi i principali investitori, lo ha già fatto. Abbiamo già raccolto più dei due terzi delle azioni, una quota già significativa. Siamo intenzionati a incrementarla ulteriormente perché questo faciliterà l’integrazione del gruppo combinato, a beneficio di tutte le parti. Ritengo però che questa riapertura sia un’opportunità unica soprattutto per gli azionisti di Unieuro che non hanno ancora aderito, perché permette loro di beneficiare del premio offerto, e sono fiducioso che una buona parte di essi farà questa scelta consapevole”.
Perché volete delistare l’azienda?
“Al termine del periodo di offerta, valuteremo la situazione e prenderemo in considerazione la possibilità di delisting: mantenere la quotazione di Unieuro in borsa renderebbe più complessa la struttura del gruppo”.
Voi avete sottolineato che, aderendo alla vostra offerta, si guadagna il 42% rispetto alla quotazione pre-Opa. Però anche un advisor finanziario ha ritenuto l’offerta tendente al basso. Il cda di Unieuro ha sottolineato che la quotazione, in quel momento, era vicina ai minimi storici e si è diviso sulla congruità della proposta. Come risponde a tali perplessità? Potreste aumentare l’offerta negli ultimi giorni?
“La nostra offerta presenta un premio molto elevato rispetto al prezzo dell’azione di Unieuro prima dell’annuncio dell’Opas: quest’ultimo, per sua natura, rappresenta la migliore valutazione del valore di Unieuro e riflette tutte le informazioni di cui gli investitori dispongono, comprese le ambizioni del management. Durante il Covid, e per fortuna fino ad oggi, il prezzo dell’azione è stato favorito dall’eccezionale corsa del mercato, ma la situazione si è ormai normalizzata e i distributori specializzati come Unieuro giocano in un ambiente molto competitivo. La maggior parte di analisti e azionisti, come testimoniato dalle adesioni, riconoscono la congruità della nostra offerta. In questo contesto, non aumenteremo il prezzo dell’offerta”.
Ha avuto timore del Golden Power di cui a un certo punto si è parlato? C’è un rischio per l’Italia nella gestione di dati da parte di un’azienda straniera?
“I nostri esperti hanno valutato a fondo questo argomento prima del lancio dell’offerta e siamo sereni circa l’esito della loro analisi. A differenza di alcuni competitor, noi siamo un gruppo europeo. Seguiamo regole europee molto rigorose in materia di protezione dei dati e non abbiamo alcuna intenzione di indurre Unieuro a fare un uso improprio dei dati dei clienti. Naturalmente, restiamo a disposizione delle istituzioni italiane al fine di chiarire qualsiasi aspetto che, a loro avviso, potrebbe essere rilevante”.
C’è un legame tra voi e il gruppo Ceconomy che controlla Mediaworld. È nell’ordine delle cose che in Italia venga razionalizzata la presenza dell’una o dell’altra insegna?
“Ceconomy non è all’interno della governance di Fnac Darty. Non c’è alcun piano per tale combinazione”.
Che idea si è fatto di Morgan Stanley col suo attuale 10%? Secondo lei venderà?
“Morgan Stanley ha dichiarato una partecipazione del 10% al 23 ottobre, cioè prima dei due giorni di adesioni massicce. È molto probabile che abbiano già consegnato tali azioni e non sono affatto preoccupato per questa partecipazione”.
Può confermarci che la famiglia Silvestrini abbia venduto la sua partecipazione? Ci sono rapporti tra voi e Giuseppe e Maria Grazia? Eppure anche loro avevano perplessità sull’offerta: si sa spiegare il cambio di rotta?
“Rispettiamo molto la visione della famiglia Silvestrini, la sua storia ed il suo ruolo nel tessuto economico italiano. Non posso rilasciare commenti sulla partecipazione azionaria della famiglia ad oggi, ma solo sottolineare che un numero significativo di azionisti con partecipazioni rilevanti ha aderito all’offerta”.
Con quali criteri formerete il nuovo cda? Confermerebbe l’amministratore delegato Giancarlo Nicosanti, che pure si è espresso contro la congruità dell’offerta e, ci corregga se sbagliamo, non vi ha venduta la sua quota?
“Il nostro approccio nei confronti del team di Unieuro è di natura amichevole. Come già detto, rispettiamo i loro risultati e i loro progetti. Parleremo con loro a tempo debito e valuteremo in che misura la governance debba essere adattata alla nuova situazione”.
La sede di Unieuro resterà a Forlì? E nel caso di un’eventuale fusione?
“Sì, la sede di Unieuro rimarrà a Forlì. Apprezziamo le competenze dei team di Unieuro e non intendiamo sostituirli”.
Le citiamo iniziative che danno visibilità al marchio Unieuro e le chiediamo se, secondo lei, potranno essere mantenute: ‘Cuori connessi’ in partnership con la polizia, contro il cyberbullismo; la sponsorizzazione del palasport di Forlì, Unieuro Arena; la sponsorizzazione della squadra di basket in seconda serie nazionale.
“Innanzitutto, mi lasci sottolineare che intendiamo continuare a utilizzare e valorizzare il brand Unieuro. Inoltre, non c’è all’orizzonte l’intenzione da parte nostra di cambiare le attività filantropiche di Unieuro. Sono un appassionato di basket, quindi sarei felice se la collaborazione con la squadra di Forlì potesse continuare a lungo”.
Cosa ci può raccontare di Daniel Kretinsky, un uomo d’affari considerato così misterioso da essere soprannominato negli ambienti economici ‘La Sfinge’?
“Kretinsky è un uomo d’affari deciso, che rispetta e sostiene team di gestione efficienti. Abbiamo un buon rapporto con lui e siamo felici di averlo come co-investitore in questa operazione”.