ELIDE GIORDANI
Economia

“Sanità, no alle ricette via WhatsApp”

Nel nome della ‘dematerializzazione’ la manovra del governo prevede che dal 2025 anche le prescrizioni di farmaci non a carico del servizio nazionale vengano fatte via mail o whatsapp

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La sanità bandisce la carta

Forlì, 12 novembre 2024 – Una tegola o un’opportunità? La digitalizzazione oltreché necessaria è ormai una ineludibile strada tracciata. Visto così il provvedimento che impone la dematerializzazione di tutte le ricette mediche rappresenta un passo avanti verso la rivoluzione green: niente carta (solo mail o WathsApp) ma, anche, soluzioni più rapide e senza spostamenti. E se il sistema di supporto attuale continuasse a fare le bizze? E se c’è chi è sprovvisto di cellulare o computer? E se qualcuno non vuole far sapere quali farmaci ha assunto a chi, pur medico, può accedere al fascicolo sanitario elettronico?

“Sono tutti problemi con cui ci stiamo confrontando già in queste ore” afferma il dottor Michele Gaudio, presidente dell’Ordine dei medici della nostra provincia (2700 iscritti) alle prese con il provvedimento che entrerà potenzialmente in vigore dal 2025, secondo quanto prevede l’articolo 54 del disegno di legge per la Manovra 2025. Fino ad ora solo le ricette rosse, ossia quelle a carico dal Sistema sanitario nazionale, avevano l’opzione della prescrizione digitale. Con la Manovra ci ricadono, e questa volta obbligatoriamente, tutte, così come sarà per altri servizi territoriali di prenotazione. Svariate decine di migliaia di ricette dematerializzate che passeranno attraverso la filiera del farmaco. “La proposta segue il completamento di un percorso di digitalizzazione che coinvolge molti altri settori - aggiunge il presidente dell’Ordine dei Medici - e dunque è sostenibile. La nostra esperienza, tuttavia, ci insegna che nelle rivoluzioni digitali se non c’è un sostegno concreto del sistema si presentano problemi gravi a carico di tutti, medici, farmacisti utenti”.

E di problemi ce ne sono già stati. Eccome. Si è presentata reiterata anche nell’ultimo anno la protesta dei farmacisti, e dei pazienti che hanno peregrinato da una farmacia all’altra per poter scaricare le loro prescrizioni, bloccati tutti dai sistemi informatici, regionali e nazionali, momentaneamente in tilt. “Siamo noi l’ultimo anello della catena della distribuzione dei farmaci e siamo noi - commenta Alberto Lattuneddu, presidente provinciale di Federfarma - quelli su cui si scarica il malcontento dei cittadini quando si verificano problemi di accesso alle piattaforme su cui viaggiano le ricette. Immaginiamo la reazione degli utenti quando hanno una prescrizione urgente e pensano che il problema sia la nostra farmacia, non il sistema”. “Ma non rifiutiamo questo passaggio - evidenzia Lattuneddu -, ciò che ci preoccupa è la mancanza di una fase di transizione e chiarimenti più dettagliati sulle indicazioni operative, di cui si dovranno occupare le regioni. Ce la faranno i pronto soccorsi, i medici di base, i reparti ospedalieri? Sarebbe auspicabile una proroga ed una coesistenza, in caso di blocco, dei due sistemi, quello digitale e quello cartaceo. Ma anche un osservatorio che verifichi le criticità”. L’Ordine dei medici punta il dito anche sulla eventuale violazione della privacy nel caso di scelta totalmente informatica: “Non è detto - evidenzia Gaudio - che il sistema sia del tutto in regola con le stringenti normative italiane. Mail e WatshApp sono violabili. Vanno potenziati senz’altro gli strumenti di difesa dei dati personali sensibili”.