SOFIA NARDI
Economia

Risarcimenti alluvione, il rebus: “Tecnici difficili da trovare e poca fiducia nell’esito”

Archiviate 90 domande e 200 in arrivo. Comitati e quartieri: “Numeri bassi, la struttura commissariale riconosca di aver sbagliato alcune valutazioni”

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Il generale Francesco Paolo Figliuolo in visita lungo via Locchi, ai Romiti (Salieri)

Forlì, 2 agosto 2024 – Sul versante dei risarcimenti ai privati, sono state archiviate più di 90 pratiche. Oltre 200 richieste, inoltre, sono in dirittura d’arrivo”. Questi i numeri che il vicesindaco Vincenzo Bongiorno ha comunicato mercoledì nel corso di un incontro con il commissario alla ricostruzione Figliuolo. Cifre che stonano, se si pensa alle migliaia di famiglie che hanno subìto i danni dell’alluvione.

So che tanti miei concittadini dei Romiti – spiega il coordinatore del quartiere Stefano Valmori – si stanno dando da fare con Sfinge e, con l’aiuto dei tecnici, hanno presentato domanda. Altri, invece, non hanno ancora completato i lavori, oppure non li hanno nemmeno potuti cominciare e quindi stanno attendendo e continuano a tenere le pratiche aperte in attesa di avere le idee più chiare. La piattaforma non è semplicissima, ma tutti si stanno facendo dare una mano da professionisti e credo che non sia quello il problema”. Secondo Valmori non è nemmeno un problema di fiducia: “Siamo convinti che, come ci è stato promesso, i soldi arriveranno, ma senz’altro vorremmo cominciare a vedere segnali più concreti per poter prendere finalmente una boccata d’aria dopo periodi molto difficili anche sul piano economico”.

Secondo Loretta Poggi, coordinatrice del quartiere San Benedetto, invece “ci sono molte perplessità su come impostare le perizie e poca fiducia nell’esito”.

Non solo: “Tanti lavori sono stati fatti in emergenza, non si è badato a farsi fare preventivi e scegliere la spesa minore o altre questioni che ora, in fase di invio della domanda, diventano dirimenti. L’iter spaventa, c’è timore che vengano chieste integrazioni su integrazioni e che alla fine solo il 50% della spesa venga effettivamente riconosciuto: a quel punto molti scelgono di avvalersi delle detrazioni fiscali del 730 che non sono del 100%, ma che almeno sono certe”.

Anche secondo Poggi c’è chi “aspetta di aver finito i lavori per inviare la domanda”, ma il punto resta un altro: “La burocrazia è troppo gravosa e spesso spinge a desistere, specialmente le persone anziane. Non vorrei – conclude – che le poche domande inoltrate facessero pensare a qualcuno che siano stati sottostimati i danni: non è affatto così”.

Alessandra Bucchi, presidente del comitato Vittime del fango, ricorda l’iter che ha portato all’arrivo della piattaforma Sfinge come la conosciamo oggi: “Le ordinanze uscite nel novembre del 2023 erano molto complesse, poi la commissione ha smussato il problema, anche in seguito a diversi incontri ai quali abbiamo partecipato direttamente, e nell’aprile di quest’anno si è arrivati a una semplificazione delle procedure. Rimane il fatto che è restata una percezione di difficoltà. In più – prosegue – le domande devono essere effettuate da un tecnico competente e oggi non è così semplice reperirli in tempi celeri perché anche per loro questo è un impegno significativo che li sta tenendo molto occupati”.

Infine secondo Bucchi “arriveranno altre domande quando tutti avranno cominciato i lavori, visto che in molti non hanno ancora avuto modo, ma la questione dei rimborsi è molto più complicata di così: se un numero così basso di persone sta facendo domanda, la struttura commissariale deve necessariamente riconoscere di aver sbagliato alcune valutazioni”.