Forlì, 22 gennaio 2024 – “Forlì ha le carte in regola per diventare uno dei centri nevralgici della ‘space economy’ nel nostro Paese". A dichiararlo è Marco Molina, managing director sales and products di Sitael, la maggior azienda spaziale italiana a capitale interamente privato (parte della holding Angel, presieduta dall’imprenditore pugliese Vito Pertosa). L’azienda, che ha il suo quartier generale a Mola di Bari, aveva inaugurato, ad aprile, una sede forlivese, nella quale lavorano attualmente 25 persone. Per lo più giovani laureati in Ingegneria aerospaziale al Campus di Forlì.
Proprio dalla sala operativa della sede forlivese di Sitael viene monitorata la traiettoria seguita nello spazio da MicroHetSat, il primo satellite completamente elettrico e 100% made in Italy, realizzato dall’azienda barese per l’Esa, l’Agenzia spaziale europea. A lanciarlo è stata SpaceX, la compagnia fondata da Elon Musk, il miliardario americano noto per aver rilevato il social network Twitter, ora rinominato X. MicroHetSat pesa 75 chili e si avvale di una tecnologia di propulsione al plasma e di motori elettrici, a consumi fortemente ridotti.
“È un vero e proprio ascensore spaziale – prosegue Molina – che consente manovre impensabili finora per i piccoli satelliti, evitando rischi di collisione e mitigando il problema dei detriti orbitali, con importanti risvolti sulla sostenibilità nelle attività spaziali". Il centro di controllo della missione di MicroHetSat è dunque a Forlì: da qui saranno monitorate tutte le operazioni che il microsatellite dovrà compiere nello spazio. Operazioni legate prevalentemente all’osservazione del nostro pianeta, alla geolocalizzazione e alla raccolta di un’enorme mole di dati, da utilizzare per la gestione del territorio, ad esempio in caso di eventi atmosferici avversi o altre criticità di carattere idrico e idrogeologico.
L’idea, dice Molina, è che "amministrazioni e autorità locali comprendano il valore di questi dati e decidano di servirsene e applicarli nei più svariati settori". Dopo il lancio della missione Axiom3 – con a bordo, fra gli altri, l’italiano Walter Villadei – la missione di MicroHetSat è stata salutata come un altro traguardo decisivo per il made in Italy nella corsa allo spazio: si rafforza, infatti, il ruolo del nostro Paese nella produzione e messa in orbita di satelliti completamente realizzati all’interno della filiera italiana.
Una filiera in cui Forlì riveste, da anni, un ruolo di primo piano, soprattutto nella progettazione e controllo, grazie al know-how e alle competenze garantite da una formazione di alto livello: "Questa città è la nostra Houston – continua Molina – ed è un caso, estremamente raro in Italia, di sinergia riuscita fra pubblico e privato. Una sinergia quanto mai necessaria per sostenere qualsiasi investimento nella ‘space economy’, trattandosi di attività sfidanti e costose. Ma il potenziale di crescita che sono pronte a dischiudere è pressoché infinito. Continueremo a collaborare con il Campus forlivese e non escludiamo, nei prossimi mesi, altre iniziative sul territorio, sia per attrarre talenti preziosi che per aprire nuove opportunità di innovazione".