REDAZIONE FORLÌ

L’azienda di Forlì e le noci dal Brasile ritirate dal mercato per aflatossine: cosa è successo

Alert del ministero per un componente chimico considerato cancerogeno per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Mambelli (La Forlivese): “Abbiamo agito immediatamente”

Un particolare della lavorazione nella torrefazione La Forlivese

Un particolare della lavorazione nella torrefazione La Forlivese

Forlì, 31 maggio 2024 – Cento cartoni, 200 quintali, per un valore “di qualche migliaia di euro”. Parliamo di noci che arrivano dal Brasile e che il ministero della Sanità ha chiesto con un urgenza di ritirarle dal mercato.

“E noi lo abbiamo fatto, subito”, riferisce Fabiano Mambelli, amministratore delegato della torrefazione La Forlivese, azienda leader che importa, lavora e distribuisce snack tostati e frutta secca soprattutto per gli aperitivi.

Superamento dei limiti di aflatossina B1 (microtossina che si trova nella buccia della frutta secca): questo il motivo per il quale l’Ausl di Forlì ha allertato l’azienda forlivese di via Ossi, che proprio all’inizio del mese ha festeggiato il suo mezzo secolo di attività, e che con 70 dipendenti, 700 clienti, mille prodotti e un fatturato di circa 50 milioni di euro si situa ai vertici del settore a livello internazionale.

Il momento del confezionamento dei prodotti
Il momento del confezionamento dei prodotti

L’aflatossina è un ufficialmente, per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, un cancerogeno. I limiti europei sono stringenti. In altre parti del mondo i parametri sono molto più largheggianti.

Sta di fatto che dopo aver controllato a campione questo prodotto le autorità sanitarie degli Stati membri della Ue hanno diramato l’ordine di ritirarlo dal mercato.

“L’avviso è arrivato 10 giorni fa – spiega Mambelli –. E da quel momento abbiamo chiamato tutti i punti vendita a cui abbiamo smistato il prodotto, che noi non lavoriamo, ma cediamo direttamente alla piccola o grande distribuzione, cioè botteghe o supermercati. Per i 20 cartoni ancora in magazzino non c’è problema. Li abbiamo stoppati. Al momento abbiamo bloccato in giro per l’Italia circa il 40% della merce di quel lotto, approdato in Olanda e acquistato da un nostro abituale importatore. Essendo il Paese di partenza l’Olanda, membro della Ue, ci siamo fidati dei controlli effettuati da loro: questa è la prassi – argomenta Mambelli –. In tutto contiamo di ritirare buona parte del prodotto. Però al momento attendiamo che alcuni privati che hanno acquistato le noci nei vari siti li riportino al negozio, visto che tutti i punti hanno affisso una locandina di avviso dell’allert del ministero”.

“Quello che mi preme dire – conclude Mambelli – è che il rischio sanitario per la comunità, come ci è stato riferito dagli organi preposti, non è grave. Danni per noi? Nessuno, la merce ci verrà ripagata dall’importatore. L’importante è che ci siamo adoperati subito per risolvere il problema. A volte accade nella frutta secca. Problema che non c’è nella merce che lavoriamo noi: la vendiamo pelata, non con la buccia”.