GIANNI BONALI
Economia

Ferretti, lascia il presidente. Fari puntati sulle mosse dei cinesi

Secondo alcune voci, l’azionista di maggioranza Weichai potrebbe uscire dal gruppo di Forlì

Il varo in giugno di un nuovo yacht Ferretti

Il varo in giugno di un nuovo yacht Ferretti

Forlì, 28 agosto 2024 – Il gruppo Ferretti forse è a un giro di boa. In attesa della presentazione dei dati semestrali fissata per domani l’azienda, con il quartier generale a Forlì, è interessata dalle voci di un possibile disimpegno dell’azionista di maggioranza Weichai (che detiene il 37,5% del capitale), colosso controllato da Pechino. Nel 2012 Weichai acquisì il controllo di Ferretti, salvando il gruppo dal fallimento e affidando all’amministratore delegato Alberto Galassi il rilancio di un’impresa divenuta in questi anni leader mondiale nella progettazione, costruzione e vendita di yacht a motore e da diporto di lusso. L’azienda esporta in oltre 70 Paesi, con una presenza diretta in Europa, Asia e Usa e gestisce sette cantieri navali in Italia: Ancona, Cattolica, Mondolfo (Pesaro-Urbino), Sarnico (Bergamo), Forlì, La Spezia (completamente rinnovato a maggio) e Ravenna (con il nuovo scalo che sarà completamente operativo nella prima metà del 2025). Il portafoglio ordini del gruppo supera 1,6 miliardi di euro, in crescita di oltre il 10% rispetto al 31 dicembre 2023.

Domani sarà comunque l’ultimo consiglio di amministrazione per Tan Xuguang che, a 63 anni, ha annunciato la decisione di lasciare la presidenza del gruppo Ferretti per dedicarsi ad altri incarichi. L’azienda forlivese, che è quotata in Borsa sia a Hong Kong che a Milano, dopo le dimissioni del presidente cinese potrebbe decidere di nominare subito un nuovo vertice o incaricare una figura "ad interim" per l’esercizio di determinate funzioni, in attesa dell’assunzione della carica da parte di un nuovo presidente. Da segnalare come il Consiglio di amministrazione della holding forlivese ha dovuto ritirare nel 2024 due delibere su un’operazione di acquisto e annullamento di azioni proprie fino a un massimo del 10% per via dell’esercizio del "golden power" da parte dello Stato italiano, irritando il colosso statale Weichai. La Golden power è uno strumento normativo che permette al Governo di un Paese di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie che ricadano nell’interesse nazionale. Anche il braccio di ferro, per esempio, fra Unione europea e Cina in tema di dazi sulle auto elettriche prodotte nel Paese asiatico ed esportate nel vecchio continente ha innescato polemiche accese, con Pechino pronta a ritorsioni sul mercato.

Tutti gli scenari, al momento, sono aperti: uscita di Weichai da Ferretti con la vendita della quota di maggioranza ad un nuovo acquirente gradito al colosso cinese, una scalata da parte degli azionisti di minoranza o un gruppo di imprenditori italiani ed europei interessati a rilevare un’azienda solida e competitiva a livello internazionale. La famiglia Bombassei, per esempio, che controlla la Brembo, ha comprato altre azioni Ferretti sulla piazza di Hong Kong, con voci di movimenti anche da parte di altri importanti imprenditori italiani.