MARCO BILANCIONI
Cronaca

Zattini bis, ancora tensioni. Un’offerta per Mezzacapo, ma non in giunta: è stallo. Oggi il centrodestra ci riprova

Due posti per la Lega, compresa la presidenza del consiglio comunale, tre per Fratelli d’Italia. Morrone dice no, poi segnali d’apertura. Ma c’è un’intesa da ricostruire, anche sui numeri.

Zattini bis, ancora tensioni. Un’offerta per Mezzacapo, ma non in giunta: è stallo. Oggi il centrodestra ci riprova

Zattini bis, ancora tensioni. Un’offerta per Mezzacapo, ma non in giunta: è stallo. Oggi il centrodestra ci riprova

Una giornata sulle montagne russe per la futura giunta Zattini, in attesa di oggi. Ieri fumata nera, oggi chissà: sindaco e partiti tornano a incontrarsi per superare lo stallo che, iniziato lunedì, è proseguito. Tempo ce n’è ancora: per legge, tre settimane dalla proclamazione (che è avvenuta martedì 11 giugno). Teoricamente, la squadra di centrodestra potrebbe presentarsi direttamente al primo consiglio comunale, convocato ieri proprio per martedì 2 luglio. Ma l’idea dello stesso Zattini sarebbe quella di chiudere prima: oggi o al massimo lunedì.

Il vertice di ieri ha registrato che sei caselle sono ormai a posto (quelle preannunciate: Vittorio Cicognani e Angelica Sansavini indicate dal sindaco; Paola Casara e Kevin Bravi per la Civica; Giuseppe Petetta per Forza Italia; Vincenzo Bongiorno per Fratelli d’Italia) con la conferma di una settima, che porta all’ingresso in giunta di Luca Bartolini, coordinatore per il Forlivese del partito di Giorgia Meloni. Sulle altre due nomine, come previsto, non c’è ancora una quadratura. Mosse collegate tra loro, in un groviglio che ieri è parso difficile da sciogliere.

Le forze della maggioranza ci hanno provato a un certo punto proponendo alla Lega un posto in giunta per Andrea Cintorino più la presidenza del consiglio comunale. O per meglio dire: sul tavolo c’è un’intesa che porterebbe il centrodestra a votare Daniele Mezzacapo, vicesindaco uscente, il più votato del Carroccio con 459 schede. Significherebbe modificare lo schema iniziale, che prevedeva 2 assessorati ai partiti sopra il 10% (FdI e Civica), 1 a tutti gli altri (Lega e Forza Italia), 3 indicati direttamente dal sindaco. Più il consiglio comunale guidato da FdI, in quanto partito più rappresentato nella maggioranza.

Se alla Lega toccassero però due cariche sulle dieci totali, Fratelli d’Italia salirebbe a tre e il sindaco non esprimerebbe il suo terzo nome. Per una frazione di secondo la giunta è stata fatta, con l’innesto di Emanuela Bassi, già capogruppo dei meloniani. Quattro infatti, a quel punto, le donne: Casara, Sansavini e appunto Cintorino e Bassi.

Jacopo Morrone, segretario romagnolo della Lega nonché deputato, ha però detto no a questa possibile intesa. "Sono uscito per confrontarmi con il partito", ha detto poi al Carlino. Altri dicono che il parlamentare forlivese fosse decisamente contrariato: la linea che la Lega si era data era il ritorno in giunta di Daniele Mezzacapo. Guidare il consiglio comunale, però, non è nei piani: esattamente come era accaduto lunedì, quella carica non viene considerata una contropartita valida. Tra i militanti leghisti è girata addirittura l’ipotesi addirittura di una rottura con la maggioranza. Poi questo scenario – sfumato, ma confermato da più fonti – si è addolcito. Dopo alcune ore, la Lega ha mandato segnali di apertura. Tanto che oggi si torna tutti al tavolo delle trattative.

Va detto che la maggioranza di centrodestra non sarebbe stata a rischio: anziché 21 consiglieri a 12, i rapporti di forza potevano diventare 18-15. Eventualmente solo su alcuni temi, perché la Lega non è certo un partito di sinistra. E la stessa pattuglia leghista avrebbe potuto spaccarsi, scommettono alcuni alleati. Fatto sta che l’ipotesi circolata non ha lasciato tracce nelle mosse successive.

Ma la fibrillazione resta alta su ben altri numeri: quegli degli assessorati. "Ora l’offerta alla Lega non è più valida", ragiona un esponente di primo piano del centrodestra forlivese. Come se fosse ‘Affari tuoi’, il gioco in prima serata su Rai1: "La Lega ha rifiutato, ora si va avanti". Non è detto, naturalmente, che tutte le anime della maggioranza la pensino allo stesso modo. L’opzione Mezzacapo nel ruolo che è stato dal 2019 a pochi mesi fa di Alessandra Ascari Raccagni potrebbe risolvere lo stallo. Oppure si tornerà allo schema originale con 2 posti a FdI e 3 in ‘quota Zattini’?

Ieri il sindaco non ha svelato nessuno dei nomi che, dicono, abbia pensato come assessori di propria nomina: in questi equilibri così mutevoli, avrebbe significato bruciarli. Ad ogni modo, Fratelli d’Italia sembra intenzionata a portare in giunta due uomini dall’alto peso politico: il numero uno a livello comunale e quello comprensoriale, Luca Bartolini, che pareva destinato da mesi a correre per le elezioni regionali in autunno (ma assessore comunale e consigliere regionale sono cariche incompatibili). Se non entrerà in giunta, Emanuela Bassi sembra destinata alla presidenza del consiglio comunale. A quel punto il sindaco dovrà indicare un’altra donna oltre ad Angelica Sansavini: una carta ancora coperta. In serata, Zattini ha fatto sapere che in assenza di un’intesa tra i partiti, sarà lui a proporre una squadra. Il thriller politico non è finito.