Ci sono anche la ’Fusco Packing Engineering’ (Fpe) di Forlimpopoli e il ’Maglificio Pini’ di Forlì tra le 30 imprese premiate a Firenze a Palazzo Incontri, nel corso dell’evento ’Women Value Company Intesa Sanpaolo 2024’, organizzato dal gruppo bancario in collaborazione con Fondazione Marisa Bellisario. La manifestazione, giunta all’8ª edizione, è riservata alle aziende del centro Italia e ha visto anche l’assegnazione delle menzioni speciali tra cui 14 imprese dell’Emilia-Romagna. Il premio nazionale focalizza l’attenzione su innovazione, supporto all’imprenditoria femminile e difesa della parità di genere, al centro delle grandi sfide economiche e sociali. Sono state oltre 1.400 le candidature, con la ‘Mela d’oro’ attribuita ad Azzurra Morelli, ceo di ‘Pellemoda’, a Empoli, mentre la ‘Mela d’oro piccola impresa’ è stata assegnata a Stella Stefanelli, manager di La b. Instruments di Castellana Grotte (Bari).
La ‘Fusco Packaging’ di Forlimpopoli, in via Leonilde Iotti, è nata nel 1980 come azienda di servizi per le attività promozionali, fabbricazione di materiali da imballaggio e contenitori e conta 33 dipendenti per un fatturato di oltre 3 milioni e 200mila euro. L’azienda ha, fra i suoi clienti, marchi prestigiosi come Barilla, Granarolo, Amadori e Henkel.
Il ‘Maglificio Pini’ di Forlì, invece, opera dal 1977 in via Innocenzo Golfarelli nel settore della maglieria, con 44 dipendenti ed un fatturato di oltre 4 milioni e 200 mila euro. Da oltre 40 anni esprime l’eccellenza del made in Italy ed è partner dei brand più importanti dell’alta moda internazionale.
Ma la partecipazione femminile al mondo del lavoro, secondo l’analisi di Intesa Sanpaolo, segna un ritardo: nel 2023, infatti, il nostro Paese si colloca al penultimo posto in Europa per tasso di attività femminile (57,7%), meglio solo della Romania. Si tratta di un patrimonio di competenze da valorizzare, soprattutto in un contesto in cui molte imprese incontrano difficoltà nel trovare forza lavoro qualificata: tra i giovani la percentuale di laureati è nettamente superiore per le donne (37,1% contro 24,4% per i maschi) che tuttavia si trovano a svolgere lavori per cui sono sovraistruite. Tuttavia si osserva una maggior presenza femminile nel board delle imprese attive nei settori tipici del made in Italy, come moda o filiera agro-alimentare, nei quali è risultato vincente saper coniugare gli aspetti dell’artigianalità, della qualità e della flessibilità.
Gianni Bonali