VALENTINA PAIANO
Cronaca

Violenza di genere nell’era digitale. Quando l’abuso corre sul web

Gli alunni dell’Orceoli hanno incontrato i professionisti del Centro Donna e del Centro Trattamento Maltrattanti "La gelosia non è un segno d’amore. È più importante la presenza e la qualità del tempo trascorso insieme".

Gli alunni dell’Orceoli hanno incontrato i professionisti del Centro Donna e del Centro Trattamento Maltrattanti "La gelosia non è un segno d’amore. È più importante la presenza e la qualità del tempo trascorso insieme".

Gli alunni dell’Orceoli hanno incontrato i professionisti del Centro Donna e del Centro Trattamento Maltrattanti "La gelosia non è un segno d’amore. È più importante la presenza e la qualità del tempo trascorso insieme".

Nel mese di marzo la nostra classe ha approfondito la tematica della violenza digitale, dopo aver incontrato Martina e Michele, due collaboratori del Centro Donna e del Ctm - Centro Trattamento Maltrattanti, del Comune di Forlì. Il Centro Donna è un servizio antiviolenza gratuito rivolto alle donne maggiorenni che stanno subendo forme diverse di maltrattamento, sia fisico che psicologico, da parte di un compagno, un marito o un parente prossimo. La sede si trova in via Tina Gori 58, vicino ad un supermercato, in modo tale che le vittime si sentano più sicure a recarvisi, potendo utilizzare la scusa di andare a fare la spesa. Il Ctm, invece, è un servizio che offre supporto, attraverso un team di psicologi e psicoterapeuti, a chi agisce violenza, spesso nei confronti della propria compagna o dei propri figli.

"Ma perché secondo voi esiste la violenza?" Non è stato semplice rispondere a questa domanda di Martina. Sicuramente non basta definire gli uomini abusanti come ’pazzi’ o ’fuori di testa’; il comportamento violento è causato dal modo di pensare sé stessi e gli altri. Michele ha usato la parola ’stereotipo’. Non era la prima volta che la sentivamo: infatti, attraverso il progetto ’W l’amore’, ci siamo interrogati a lungo su come donne e uomini siano classificati secondo pregiudizi di genere. La società in cui viviamo spesso contrappone un ruolo maschile forte, autorevole e di successo a un ruolo femminile più fragile, dedito alla cura della famiglia e da proteggere. Ne deriva una percezione non paritaria tra uomo e donna. Quindi, basta sentirsi superiori per agire violenza? Michele ci ha raccontato che nella maggior parte dei casi la persona abusante è profondamente insicura e gode di una bassa autostima. Tende a vivere l’amore come possesso, confondendo l’affetto con il controllo, la cura dell’altro con atteggiamenti prevaricatori della sua libertà.

Per di più, oggigiorno, queste strategie malsane e psicologicamente violente di gestire una relazione sono facilitate dall’utilizzo del digitale. Dunque, in che cosa consiste la cyber violence? È sicuramente una forma di violenza diffusa tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie e delle piattaforme online, come whatsapp e instagram. L’atteggiamento di controllo che consiste nell’inviare costantemente messaggi, nel richiedere fotografie, di condividere la propria posizione o fare chiamate, per essere sempre informati sugli spostamenti dell’altra persona, limita la libertà individuale. La vittima può provare sentimenti di oppressione, delusione e ansia. Spesso, però, queste vere e proprie molestie sono difficili da riconoscere: chi le riceve, soprattutto se dal proprio partner, può cadere in una forma di ’romanticizzazione’ del controllo e valutare positivamente tali strategie manipolatorie. Come aiutare allora i più giovani a riconoscere il limite di tollerabilità di questi atteggiamenti? Sicuramente parlare di tematiche così delicate, anche a scuola, è la prima azione per acquisire consapevolezza. Da un recente sondaggio, condotto da Save the Children tra 800 giovani tra i 14 e i 18 anni, è emerso che il 30% degli intervistati pensa che la gelosia sia un segno d’amore. Circa il 20% è convinto che anche condividere le proprie password o la propria posizione con il partner sia un gesto naturale.

"Secondo noi la gelosia non è un segno d’ amore; sono molto più importanti la presenza e la qualità del tempo trascorso insieme" affermano Elisa e Romeo. Per Viola e Nicole alla base di un rapporto "ci devono essere fiducia e rispetto; non si può normalizzare una forma di controllo come la condivisione della posizione sul cellulare". É fondamentale per noi giovani imparare a costruire relazioni sane e ci sentiamo sollevati nel sapere che nella nostra città esistono centri di supporto per persone vittime di violenza.

Classe 3ªD