Vincenzo Bongiorno: "Avanti con Miglio Bianco e collezione Verzocchi. Un museo per Baldini"

Il nuovo vicesindaco di Fratelli d’Italia: "Melandri ha lavorato bene. Le polemiche? Ascolto tutti, ma non vedo aspetti negativi. In centro controllo di vicinato. Un ufficio dia servizi ai nuovi residenti".

Vincenzo Bongiorno: "Avanti con Miglio Bianco e collezione Verzocchi. Un museo per Baldini"

Vincenzo Bongiorno: "Avanti con Miglio Bianco e collezione Verzocchi. Un museo per Baldini"

di Marco Bilancioni

Vincenzo Bongiorno, lei eredita i progetti dall’ex assessore alla cultura Valerio Melandri. Da dove vuole partire?

"Sto studiando e presto incontrerò lo stesso Melandri: ha fatto tanto, bene, innovando".

È pronto anche alle polemiche? Per esempio sullo spostamento della Verzocchi...

"Sono disponibile al confronto ma non vedo elementi negativi. A palazzo Albertini possiamo anche valorizzare la figura del mecenate. Cerchiamo di migliorare la situazione perché i numeri dei visitatori, a palazzo Romagnoli, non sono entusiasmanti".

Miglio Bianco: che ne pensa?

"È un importante brand turistico da proporre di più e meglio".

Lei dice ‘brand turistico’. L’esperto di architettura Ulisse Tramonti l’ha definito ’idea di marketing’...

"Se intende dire che è stato trovato un nome accattivante, è vero. Ma cosa c’è di male? Naturalmente non deve essere solo un marchio, c’è anche un contenuto. I critici mi dicano dove si possono vedere in poco più di un chilometro i principali stili architettonici del Novecento".

La candidatura Unesco è davvero praticabile?

"La risposta non è immediata. Nel frattempo dovremo perseverare, rendere il Miglio Bianco un patrimonio condiviso e sempre più visitato".

Parlare dell’architettura, così come dei vicini mosaici dell’ex collegio aeronautico, la porta a contatto con l’eredità del fascismo. Che ne pensa?

"I mosaici sono interessanti proprio per capire un’epoca: vediamo come la propaganda portò i giovani di allora verso la guerra. Questo va mostrato proprio perché rafforzi i nostri anticorpi, affinché quella storia non si ripeta. Nell’architettura, francamente, non vedo nostalgia".

Finora, però, il Comune non è riuscito a creare, attorno ai mosaici, il ‘museo del volo’.

"La Soprintendenza ha chiesto di approfondire l’ipotesi su cui l’Amministrazione stava lavorando: pareti trasparenti".

‘Cara Forlì’ si terrà regolarmente a settembre?

"Assolutamente sì. Celebreremo i 70 anni di ‘Romagna Mia’. Salgo su una macchina già rodata. Una gran bella macchina".

Melandri voleva spostare l’Ebe nella nuova ala del San Domenico. Con polemiche...

"Se si fa, è per far conoscere meglio la città. L’aspetto interessante sarebbe crearle attorno una galleria canoviana, dedicata al suo scultore. Che rientra in un altro obiettivo: avere visitatori tutto l’anno, non solo per le grandi mostre. Lì dentro c’è la nostra bellissima pinacoteca... Il quarto stralcio permette di organizzare meglio gli spazi".

Iniziative nuove?

"Da quando sono in giunta penso tutti i giorni a Ercole Baldini".

Prego?

"Il ciclismo è uno sport popolare, nel quale lui è stato forse il più grande, curriculum alla mano. Un esempio per le nuove generazioni, che dà valore alla fatica. La mostra di un anno fa rivela il suo potenziale attrattivo. Ma serve, questo è il punto, una sede museale".

L’ha trovata?

"Non ancora. Agiremo naturalmente d’intesa con la famiglia, per valorizzare i suoi cimeli, anche in maniera interattiva. Dobbiamo puntare sui forlivesi illustri".

Chi sono gli altri?

"Aurelio Saffi, con la sua villa. Caterina Sforza, con il festival a lei dedicato. E penso anche a San Pellegrino".

Perché?

"A volte vado in basilica il mattino presto e vedo pullman da tutto il mondo. È un personaggio che incarna la Forlì del suo tempo e, con lui che è il patrono dei malati di tumore, ci darebbe la possibilità di riflettere sul rapporto tra scienza e fede. Ci sono le condizioni per lanciare un’iniziativa in piazza Morgagni, magari a maggio".

Capitolo centro storico. Quanto contano i controlli e cosa si può fare di costruttivo?

"Oltre al lavoro delle forze dell’ordine, mi piacerebbe applicare il controllo di vicinato. Ma questo mi porta a rispondere che la prima e più importante forma di prevenzione è rivitalizzare l’area. Per questo voglio incontrare i comitati: gli Orgogliosi Forlivesi, il Regnoli 41...".

Il centro è sicuro?

"Spesso, dopo una riunione, passo in bici nei luoghi ‘caldi’ come corso Mazzini. Non ho mai assistito a episodi di criminalità. Mi dicono però che l’attenzione va posta sulla fascia oraria 18-21 più che sulla notte".

A Rocca San Casciano lei riuscì, con il gruppo di ‘Cambia vita’, a portare nuovi residenti. Si può fare anche in centro a Forlì?

"Non nello stesso modo, ma vale la pena lanciare lo stesso messaggio: io vivo in centro, ed è bello. Il Comune deve essere alleato delle giovani coppie che vogliano trasferirsi qui: è decisivo. Penso a un nuovo ufficio dedicato a servizi e accoglienza".

Lei seguirà i quartieri. Molti coordinatori erano candidati col Pd. Per lei è un problema?

"No, non ho pregiudizi. Mi aspetto però che quando si ricopre un ruolo pubblico si collabori senza faziosità. Questo naturalmente vale anche per me: ascolterò, studierò e poi deciderò".