Il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, suor Luisa Vecchi, delle suore Francescane dell’Immacolata di Palagano di via Achille Cantoni, e Sauro Bandi, direttore dell’Ufficio missionario diocesano, sono rientrati dalla missione in Madagascar svoltasi dal 22 al 30 luglio. I tre forlivesi si sono uniti ad altri viaggiatori dell’associazione ‘Amici del Madagascar’, guidati dal vescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, e dal vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, in occasione del 25° anniversario di fondazione dell’Associazione siciliana che sostiene le opere e i progetti delle suore Francescane dell’Immacolata nell’isola africana e del centenario della morte della fondatrice delle suore Francescane dell’Immacolata, madre Maria Luisa Zauli, nata a Dovadola il 9 dicembre 1860.
"Mi hanno colpito molto il paese, la gente e la chiesa malgascia – racconta mons. Corazza – la gente è molto operosa. Nello stesso pezzo di terra si coltiva il riso, si cuociono i mattoni in terra rossa che poi serviranno per costruire le loro piccole case, si piantano piselli e verdura, mentre attorno pascolano gli zebù. La Chiesa è molto attiva e ben organizzata. Sono tutti malgasci, non ci sono missionari o suore straniere. Le liturgie sono bellissime, animate, partecipate e gioiose".
Durante la permanenza sull’isola, i forlivesi hanno incontrato anche Goffredo Sacchetti, vicedirettore dell’Ufficio missionario di Forlì-Bertinoro, che per alcuni anni ha vissuto e svolto servizio in Madagascar, e la delegazione di otto bertinoresi che hanno coinvolto tutti cantando ‘Romagna Mia’.
Mons. Corazza, che è anche delegato della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna per la cooperazione missionaria tra le Chiese, aggiunge: "Penso che oggi siamo noi terra di missione più che loro. Dovremmo chiedere aiuto e imparare ad affrontare il confronto con le altre confessioni cristiane, con le altre religioni e la sfida della globalizzazione. La popolazione è povera, ma non è fuori dal mondo. Anche loro devono affrontare la sfida di essere cristiani oggi. La loro gioia e la loro partecipazione sono un segno che finora stanno rispondendo bene alla sfida del terzo millennio. È dalla gioia di essere cristiani, dalla comunione fra i cristiani, che nasce la missione".
Alessandro Rondoni