
di Quinto Cappelli
Il clima impazzito lascerà di sicuro un segno meno anche nella produzione di uve a bacca bianca e rossa in Emilia-Romagna. Secondo Confagricoltura della nostra Regione, "la vendemmia dei bianchi base spumante, ossia Chardonnay, Sauvignon Blanc e Pinot, potrebbe partire in anticipo, prima di Ferragosto". Ma "è atteso un calo produttivo medio del 20-30%, con picchi fino al 40% nella zona del Lambrusco e nella Bassa Romagna, in base all’intensità dei fenomeni atmosferici quali ondate di gelo, grandinate e siccità, che hanno colpito a macchia di leopardo il territorio regionale".
La stima del presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia Romagna, Mirco Gianaroli, è rapportata alla super produzione dell’anno scorso che ha superato i 6,6 milioni di quintali (+14,7% sul 2019). L’Emilia-Romagna è la terza regione d’Italia per quantitativi di vini prodotti, dopo Veneto e Puglia, e la quinta per superficie vitata (52.035 ettari totali nel 2020). Secondo Confagricoltura regionale "è da scongiurare un nuovo stop alla ristorazione: oltre la metà delle 17mila aziende viticole di piccole-medie dimensioni presenti sul territorio si trascina dietro un fatturato 2020 decurtato del 60%". Sempre secondo Confagricoltura, nel Forlivese e nel Cesenate si preannuncia, in media, un meno 15% sia per il Sangiovese che per il Trebbiano, con picchi di crollo anche del 40% e un meno 10% per l’Albana.
Roberto Monti, il direttore della Cantina Forlì Predappio Società Agricola Cooperativa (3mila ettari di vigneti, 1.200 soci che conferiscono 550-600mila quintali d’uva l’anno, in una stagione normale), concorda con le previsioni di anticipo della vendemmia. "Nella nostra base sociale, prima di Ferragosto nessuno inizierà la vendemmia – dice Monti –, perché le uve da noi sono un po’ in ritardo rispetto all’anno scorso". Oltre che in ritardo, hanno anche grappoli più piccoli. "Ci sarà un calo di quantità dovuto principalmente alle gelate primaverili, che hanno danneggiato il Forlivese a macchia di leopardo– continua il presidente della Cantina Forlì Predappio –; ma anche per le grandinate di due settimane fa, con una striscia che va dalla pianura alla media collina, accompagnata da forte vento; e infine il calo sarà determinato dalla siccità, specialmente in collina, dove scarseggiano le irrigazioni e lì le viti incominciano a soffrire, compromettendo la produzione". Oltre la grandine, anche la siccità. Ma non tutte le qualità di uve ne risentono allo stesso modo. "Il Sangiovese la soffre di più, anche perché quasi tutto in collina, dove non tutte le aziende sono dotate di irrigazione".
Se da altre parti la vendemmia potrebbe iniziare addirittura a ridosso di Ferragosto, in Romagna e, in particolar modo nel Forlivese, non è così. "Per le uve precoci si inizierà intorno al 23 agosto: parlo in particolare di Pinot grigio, Moscato e Chardonnay. Mentre per le altre uve, come Sangiovese, Trebbiano e Albana, la vendemmia potrebbe incominciare intorno al 6-7 settembre". E la fiducia sul bilancio finale della vendemmia è a due volti. Diversissimi l’uno dall’altro. "Sarà una vendemmia più scarsa dal punto di vista quantitativo, mentre la qualità sarà determinata da quest’ultimo mese circa, perché le variabili che la determinano sono tante – conclude Monti –. Stando però alla situazione attuale, l’annata dovrebbe essere buona".