FRANCO PARDOLESI
Cronaca

Valdimiro Panzavolta morto, il suo Forlì sfidò il Milan

L’imprenditore dello Scatolificio Adriatico aveva guidato la società di calcio alla più grande impresa di sempre. Tanti gli incarichi in città

Miro Panzavolta

Forlì, 19 ottobre 2019 - Addio a Valdimiro Panzavolta: era stato imprenditore, presidente di Confindustria, vicepresidente della Fondazione Cassa dei Risparmi e – questo il ricordo più bello per tanti – presidente del Forlì Calcio nella mitica sfida col Milan in Coppa Italia. Miro, come era chiamato, se ne è andato ieri mattina a 86 anni, vinto da un male incurabile che aveva combattuto con dignità. La sua storia cominciava nell’ormai lontano 1955 quando, impiegato come ragioniere presso lo Scatolificio Adriatico, vinse con una schedina di una singola colonna del Totocalcio la bella somma, per quei tempi, di tredici milioni di lire. Il giovane Panzavolta investì il frutto di quella fortunata schedina per diventare socio dell’azienda assieme a Novello e Mario Boschi e Duilio Gaudenzi, subentrando ad Aurelio Gaudenzi per poi diventare, dopo otto anni, amministratore unico di quell’importante industria manifatturiera. Una ‘fortuna’ che gli cambiò la vita ma che, da poco più che ventenne, seppe gestire al meglio con equilibrio per tutta la vita («mi comprai una Vespa», raccontò poi). Negli anni ’80 Confindustria Forlì-Cesena lo scelse come presidente poi, da buon tennista, per tre volte fu anche presidente del Circolo di Villa Carpena dove veniva chiamato dagli amici ‘Il Presidente del Tricolore’ per la vittoria del titolo italiano a squadra durante la sua presidenza nel 1982. Evidentemente il nome di Panzavolta è stato per tutta la vita legato a imprese importanti. Dalla stagione 1994/95, infatti, divenne il numero uno del Forlì Calcio, per cinque anni, succedendo a Nereo Valmori. I due, insieme agli amici imprenditori Fedele Barcia, Romolo Venturelli e Luciano Linari in quegli anni gestirono la società di viale Roma e proprio con la presidenza di Panzavolta il Forlì centrò la clamorosa impresa di arrivare a sfidare il Milan euro-mondiale di Silvio Berlusconi e Fabio Capello negli ottavi di finale della Coppa Italia. Un’impresa che il piccolo Forlì di serie C2, allenato da Franco Bonavita, centrò facendo fuori in uno stadio Morgagni che rischiò il crollo per l’entusiasmo degli increduli tifosi biancorossi nelle vittorie su Foggia (di serie B) e addirittura Piacenza (serie A) che proiettarono i galletti all’indimenticabile sfida coi rossoneri al Manuzzi di Cesena.

Una partita della quale parlarono quotidiani e TV non solo a livello nazionale, per la quale si scomodò il grande Sandro Ciotti. Il 25 ottobre 1995 davanti a un Manuzzi gremito da 22mila tifosi, in gran parte forlivesi, sotto le telecamere di Rai, Mediaset e TeleMontecarlo assistettero al match tra Davide e Golia col Forlì che si arrese a campioni del calibro di Baresi, Maldini e Savicevic per 0-2. Un incasso di 641 milioni di lire che fece felice la società guidata da Panzavolta. Lo scorso 25 ottobre 2015 una bizzarria del calendario portò, esattamente dopo vent’anni, i biancorossi ancora al Manuzzi per una gara di campionato col Romagna Centro. Per quella partita il Club Forza Forlì organizzò un revival che vide premiati per la storica impresa capitan Alberto Calderoni, assieme ai compagni di squadra e mister Bonavita. Con loro anche un commosso Valdimiro Panzavolta: il Presidente della sfida col Milan.

Il funerale

Allo stadio Morgagni, domenica, il ‘suo’ Forlì osserverà un minuto di silenzio prima della partita contro il Crema: la società si è attivata già ieri per l’omaggio. Il funerale è previsto all’indomani, lunedì alle ore 10, presso la chiesa di Regina Pacis. Al termine, Panzavolta sarà sepolto al cimitero di Bussecchio.