OSCAR BANDINI
Cronaca

Valbonesi, mister preferenze: "Numeri così? Un miracolo. Mi impegnerò per la montagna"

Neo-consigliere con 9.440 schede: ha fatto il pieno tra il suo paese e Bagno. Ma anche a Forlì (4.200 voti) e Cesena (500). "Mi hanno apprezzato anche da destra".

Valbonesi, mister preferenze: "Numeri così? Un miracolo. Mi impegnerò per la montagna"

Daniele Valbonesi lungo una strada franata: è stato consigliere provinciale con delega a viabilità e infrastrutture

Daniele Valbonesi, 47 anni, ingegnere elettrico, sposato, due figli, sindaco di Santa Sofia per due mandati, consigliere provinciale delegato alla viabilità del forlivese e già segretario territoriale del Pd: è stato lui la sorpresa delle elezioni regionali, capace di raccogliere ben 9.440 preferenze. Il più votato nel collegio di Forlì-Cesena, il secondo in Romagna, dodicesimo in tutta l’Emilia-Romagna.

Valbonesi, qual è stato il segreto di questo successo? Se lo aspettava?

"Innanzitutto devo ringraziare i miei famigliari, i sostenitori, gli amici, gli elettori e il Pd del Forlivese. La campagna elettorale è iniziata subito dopo Ferragosto. A essere sincero, piano piano ho capito che il mio messaggio passava, sentivo attorno a me un buon clima e un consenso crescente. Ho capito che potevo farcela, ma certamente non con questi numeri".

A Santa Sofia lei ha totalizzato ben 1.100 preferenze. Addirittura 650 a Bagno di Romagna. Dalla montagna alla città: ha preso oltre 4.200 preferenze a Forlì, altre 500 anche a Cesena.

"La montagna sta tornando a sinistra e anche a Santa Sofia, dove 5 anni fa il centrodestra aveva sorpassato, ha ribadito con forza il suo collocamento storico a sinistra. Questo mi conforta ulteriormente. Ha pagato una politica fatta di concretezza, tra le persone. E hanno inciso anche i buoni rapporti instaurati a livello politico e amministrativo, ma soprattutto la vicinanza alle associazioni e alle persone in modo trasversale".

Dai seggi arrivavano segnalazioni di schede votate per il centrodestra con la preferenza per lei. Benché ovviamente queste non possano essere conteggiate, indicano che lei ha saputo essere trasversale.

"Lo ritengo più un consenso dato a me come amministratore: negli ultimi 10 anni mi sono speso a tutti i livelli per far progredire tutte le realtà e in particolare quelle più periferiche e deboli. Del resto io non ho mai nascosto il mio essere uomo di sinistra e di partito. Anzi. Fa piacere comunque che anche gli elettori di centrodestra abbiano apprezzato il mio lavoro: le preferenze in molti comuni sono lì a dimostrarlo. Poi l’effetto trascinamento per de Pascale presidente ha fatto il miracolo".

Cosa le riserva il futuro?

"Fatemi godere qualche giorno di riposo... Le congratulazioni mi sono arrivate anche da Stefano Bonaccini ed Elly Schlein e da centinaia di persone. Partiamo dal fatto che, rispetto al passato, il centrosinistra ha eletto 3 consiglieri, 2 a Forlì, e 1 a Cesena. Cinque anni fa erano stati eletti due cesenati e Forlì era rimasta a bocca asciutta".

A Forlì manca un assessore regionale da trent’anni.

"Capisco dove vuole andare a parare con questa domanda, ma spetta al presidente de Pascale, dopo le procedure di rito, formare la sua squadra. Io come sempre mi metto a disposizione, ma non sono presuntuoso, non sgomito e rispetto le decisioni che vengono prese".

In ogni caso da consigliere nell’assemblea legislativa continuerà a battersi per le aree interne?

"Certo. Preciso però che la visione però sui territori si deve allargare. Se vogliamo che la pianura e le città stiano bene, anche la montagna e la collina devono stare bene".

Non è stato un errore chiedere il passaggio della gestione della Ss67 dall’Anas alla Provincia parlando di ’vergogna’?

"No. Con una provocazione, ho solo cercato di evidenziare un problema reale".

Lei è anche consigliere comunale e capogruppo a Santa Sofia. Si dimetterà?

"I due ruoli non sono incompatibili. Saranno la sindaca Ilaria Marianini e la maggioranza a decidere".