Non è Roma la Romagna, ma l’emergenza cinghiali rischia di essere la stessa. I celebri ungulati selvatici da qualche tempo si sono impossessati di aree assai limitrofe agli insediamenti antropici. Gli avvistamenti si moltiplicano. E il prezzo più alto da pagare rischia di essere sborsato dagli agricoltori, con campi e allevamenti spesso finiti nel mirino dal mammifero originario dell’Africa ma da secoli introdotto in Europa.
Per cercare di sensibilizzare il problema, una delegazione di Coldiretti Forlì-Cesena, composta dal presidente Massimiliano Bernabini e dal direttore Alessandro Corsini, è stata ricevuta dal prefetto di Forlì-Cesena, Rinaldo Argentieri. L’incontro è stato richiesto con lo scopo di consegnare "una dettagliata documentazione a sostegno della mobilitazione nazionale di Coldiretti volta a contrastare l’emergente problema della presenza massiccia dei cinghiali nel territorio". Durante l’incontro, Coldiretti ha sottolineato come "la presenza incontrollata dei cinghiali rappresenti una questione di urgenza, non solo per le aziende agricole, ma per l’intera comunità. La popolazione di cinghiali ha raggiunto cifre allarmanti, con oltre 2,3 milioni di esemplari in tutta Italia".
"La proliferazione dei cinghiali è diventata una questione critica che richiede interventi immediati – hanno sottolineato Massimiliano Bernabini e Alessandro Corsini –. Coldiretti è pronta a collaborare dal punto di vista tecnico per implementare piani regionali straordinari di contenimento". Il prefetto si è detto "consapevole delle gravi problematiche e delle strategie previste dalla legge per il contenimento della specie, da attuare anche attraverso un ulteriore potenziamento delle pianificazioni in atto nella ricerca delle soluzioni più efficaci".