Sono passati ormai quasi tre anni da quando non abbiamo più avuto notizie di Sara, la mia adorata figlia, scomparsa là dove le sembrava di aver realizzato i suoi sogni e raggiunto un traguardo professionale importante. Sara ha lasciato un vuoto incolmabile e uno stato d’angoscia perenne col pericolo di smarrire la fiducia, la speranza e ogni consolazione. Ma, improvvisamente, in mezzo al buio della mia esistenza, è penetrata una luce e il dolore si è trasformato in nuova vita. Il Premio alla sua memoria conferitole venerdì scorso dall’Università Magna Grecia di Catanzaro ha raggiunto un duplice scopo.
* mamma di Sara Pedri