SOFIA NARDI
Cronaca

Un cimitero di vetrine. Negozi sfitti, viaggio in centro: oltre 120 attività chiuse

Dopo la denuncia dell’artista ’Freak of Nature’ che ha marchiato di verde i locali abbandonati abbiamo toccato con mano la complessa situazione che investe il cuore cittadino.

Dopo la denuncia dell’artista ’Freak of Nature’ che ha marchiato di verde i locali abbandonati abbiamo toccato con mano la complessa situazione che investe il cuore cittadino.

Dopo la denuncia dell’artista ’Freak of Nature’ che ha marchiato di verde i locali abbandonati abbiamo toccato con mano la complessa situazione che investe il cuore cittadino.

In città sono in tutto 122 i negozi del centro storico marchiati con le strisce verde smagliante che sono in qualche modo la firma di Freak of Nature, l’artista veneta che, da anni, porta avanti la missione di segnalare con le canne di bambù stilizzate gli spazi vuoti nel cuore delle città italiane. I colori, lo precisiamo, sono a base d’acqua e si puliscono con un colpo di spugna: nessun imbrattamento e, quindi, nessuna conseguenza penale. "Il bambù – ha spiegato l’artista – si piega, ma non si spezza ed è un bellissimo simbolo di resilienza, che vuole anche essere un portafortuna per chi lo riceve".

E gli esercizi del centro storico di fortuna ne hanno decisamente bisogno, a giudicare dalla grande quantità di realtà commerciali che, negli anni, hanno scelto di chiudere o trasferirsi altrove. Una situazione, quella forlivese, che la stessa artista ha evidenziato come particolarmente critica: "Forlì – ha confessato – è una delle città peggiori che abbia incontrato, sia come quantità di negozi sfitti che per le condizioni delle vetrine che molto spesso sono sporche e degradate". L’artista ha reso noti anche i suoi obiettivi in quello che è a tutti gli effetti un atto di denuncia sociale: "Voglio portare sotto i riflettori di cittadini, amministratori, associazioni di categoria e media, le tante attività sfitte e negozi abbandonati che ormai ci circondano e che persistono in un limbo di attesa indefinita verso una nuova identità, inducendo a una riflessione sociale e a un dialogo costruttivo sul fenomeno dello spopolamento commerciale identitario".

L’intervento dell’artista ha avuto luogo nella notte del 29 dicembre. Oggi, a distanza di due settimane, tutti i bambù sono ancora al loro posto. Nonostante la vernice sia facilissima da rimuovere, nessuno ha pensato di dare un colpo di spugna su quella che da qualcuno potrebbe anche essere vista come un’onta. Segno che è stata compresa la volontà artistica di Freak of Nature o che, invece, il disinteresse circa le vetrine sfitte da parte dei legittimi proprietari è tale da rendere impensabile di investire anche solo qualche minuto per rimuovere il graffito? Del resto molti commercianti del centro, che tengono il polso della situazione, non hanno dubbi: "Tanti proprietari degli immobili forlivesi non vivono neanche più in città, tengono affitti molto alti e piuttosto che abbassarli assecondando l’andamento del mercato preferiscono lasciarli vuoti".

Se per l’artista veneta, inconsapevole delle dinamiche forlivesi, ogni vetrina sfitta vale l’altra, per chi conosce e vive la città alcune canne di bambù sono un colpo al cuore. Una, ad esempio, marchia Tagiuri, lo storico negozio di abbigliamento di corso della Repubblica che ha chiuso i battenti a maggio 2024, lasciando uno spazio vuoto a pochi metri da piazza Saffi. Un altro negozio storico ad aver ricevuto il marchio è la mesticheria Manoni, in corso Diaz, che fino a pochi mesi fa faceva bella mostra di pennelli, colori e risme di carta.

La lista è lunghissima e 122 è un numero indicativo, come la stessa Freak of Nature riconosce: "A un certo punto, dopo diverse ore, ho dovuto fermarmi. Sarei potuta andare avanti ancora a lungo". Oltre al tempo e alla stanchezza ha giocato un ruolo anche un’altra regola che l’artista si è auto imposta: non ha marchiato nessuna serranda abbassata, ma solo le vetrine, probabilmente nella volontà di agire solo sulle superfici più facilmente lavabili.

In questo modo sono tanti i negozi chiusi che non finiscono nel computo, tra questi anche la Salsamenteria Tomba, la cui saracinesca è abbassata dal 2017, dopo 110 anni di attività. Conteggio al ribasso, quindi, al netto di qualche piccolo sbaglio: un ciuffo verde spicca anche sulla vetrata dell’ex circolo Endas di corso della Repubblica che, nonostante le apparenze, ospita ancora eventi e attività di vario genere.

Un errore che, comunque, non sposta la bilancia di una censimento che fotografa una situazione desolante.