di Elide Giordani
Dipende anche da noi. Benché la possibilità di sfuggire al cancro non sia totalmente in mano nostra non si può ignorare quanto incida lo stile di vita sull’eventualità di ammalarsi. Ecco il senso della giornata della prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del cavo orale promossa da Aooi, Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani, fissata per giovedì 21 aprile. Tutto il territorio della Romagna si mobilita e a Forlì in quella giornata sarà riservato un ambulatorio al padiglione Morgagni dell’ospedale che, a partire dalle ore 8, prevederà un totale di venti accessi a distanza di 20 minuti uno dall’altro (accessi prenotabili, tramite chiamata del medico di medicina generale, al numero della segreteria dell’ambulatorio Orl 0543,735020).
I tumori del distretto testa-collo, peraltro, rappresentano il settimo cancro più comune in Europa, circa la metà dei tumori del polmone ma due volte più comuni del cancro del collo dell’utero. In Italia costituiscono il 3 per cento dei casi oncologici e quale impegno rappresentino per la medicina attuale è materia per un esperto di rilievo internazionale, il professore Claudio Vicini, direttore del Dipartimento Testa-Collo dell’Ausl Romagna e primario all’ospedale di Forlì.
Professor Vicini i casi di tumore testa-collo sono in aumento?
"Più che altro vengono intercettati precocemente. La loro incidenza è stata sempre costante poiché legata all’abuso di fumo e alcool. Fortunatamente il tabagismo si sta riducendo e ciò consente qualche spiraglio ma è comparso l’Hpv, virus a trasmissione sessuale che ha cominciato a rinfoltire i ranghi soprattutto a riguardo dell’orofaringe, tonsille, lingua e palato". Quali sono dunque i comportamenti corretti da adottare?
"Evitare l’abuso di alcool e di fumo ma anche comportamenti sessuali protetti. Restano questi i tre pilastri della prevenzione che, però, vanno di pari passo con la diagnosi precoce che, tuttavia, avviene solo successivamente, quando il tumore è già nato".
Quali sono i segni che destano l’allarme immediato?
"Sono tanti, poiché sono numerosi anche i tipi di tumori tra testa e collo, ossia dal cervello in giù e dalla clavicola in su. Lì dentro c’è un mondo. Oltreché quelli citati della laringe ci sono anche i tumori della tiroide, anch’essi in aumento per motivi non del tutto chiari, poi quelli della parotide, ossia della ghiandola salivare maggiore, molto presenti nella nostra zona. Ne operiamo diversi ogni settimana. Si aggiungono i tumori del rinofaringe, anch’essi in parte correlati a virus, che pure non sono maggioranza in questo triste primato. Ognuno di questi ha una sua manifestazione, la difficoltà è proprio quella di interpretarne i sintomi precoci".
Possono essere tumori indotti da esposizioni professionali?
"Si è parlato in passato dell’effetto della lavorazione di certi legni, ma la rilevanza non è dimostrata. Piuttosto la pelle può ammalarsi come le cavità interne e la nostra zona è ricca di contadini e pescatori che stanno esposti agli ultravioletti per tutta la loro vita. I tumori della pelle del naso, della guancia e del collo sono numerosi. E poi ci sono i melanomi delle cavità nasali".
Dunque l’approccio terapeutico è molto diverso?
"Si, decisamente. Oggi però nell’Ausl Romagna abbia costruito finalmente un percorso condiviso e collaboriamo con l’Irst, che è un riferimento nazionale. Dunque, ogni approccio viene condiviso in ambito multidisciplinare. Non solo chirurghi, dermatologi, dentisti e maxillofacciale ma anche oncologi in una dialettica continua".
Niente di rivoluzionario nelle cure?
"La terapia del cancro non produrrà mai una rivoluzione, ma piccolo conquiste quotidiane. Vorremmo tutti una cura rivoluzionaria, non l’abbiamo ancora trovata. Assistiamo invece ad un’incessante evoluzione, giorno dopo giorno, con tanti piccoli contributi che portano ad un allungamento netto della sopravvivenza ma non quel salto di qualità istantaneo che tutti auspicheremmo".