Tredozio (Forlì), 19 settembre 2023 – Si fanno le stime. "Gli sfollati? Qui rischiano di essere centinaia!". Gli addetti della protezione civile della Regione, assieme ai volontari e ai vigili del fuoco, pensano a come montare tensostrutture o tende davanti al palazzetto. Poi c’è pure da capire anche un’altra cosa: quanti chili di tagliatelle servono per pranzare oggi? "Ah non lo so se ne bastano sette" ribatte la donna, che quindi se ne va di fretta e s ’imbuca nella casetta di legno. Che è l’ufficio di accoglienza del Centro operativo comunale del paese.
I bambini giocano lì di fianco e fanno da contraltare alla frenesia di chi invece lavora senza sosta da ore, e per tante altre ore dovrà lavorare ancora. Fino a sera. A notte. Per sistemare non si sa quante persone.
“Centinaia sicuramente" dice una volontaria della protezione civile del paese. Già si fa la fila per segnalare i danni alle loro case. Crepe. Calcinacci caduti. Tetti ingobbiti. Soffitti che spesso hanno ceduto "alla bomba". Qualcuno chiama la sorella a Forlì. "Sì certo ti ospito io!". La maggioranza però dovrà passare la notte qui, nel palazzetto dello sport di Tredozio. Una cattedrale incavata nella semicollina della periferia del paese, inaugurata nel 2008, con tanto di piscina a fianco.
Il palazzetto adesso è vuoto. No. C’è un uomo. "Ah sì è Pinuccio!", dice un volontario. Pinuccio ha 98 anni. Nato nel 1925, ha poi avuto per casa tutto il mondo. "Io? Sìsì, ho girato dapperttutto!". Ma lei Pinuccio l’ha sentito il terremoto? "Io? Sisì certo! Ma l’ho fregato!".
Laureato in geologia, Pinuccio ha lavorato per grandi compagnie internazionali per la costruzione delle miniere. In Brasile, in Sudafrica. Un fiotto di vene zigzaga sotto la cute delle sue mani che fa dondolare davanti al suo corpo come in una liturgia euforica. "Io la conosco bene la terra. Quando ho sentito il primo tututum... la prima scossa... mi sono subito alzato dal letto. Così quando è arrivata la seconda io ero già alzato... Dal soffitto sono caduti tanti di quei calcinacci... Ah se non mi alzavo non ero mica qui a parlare...".
Poco dopo arriva Pier Luigi Versari, ex sindaco di Tredozio; primo cittadino per 18 anni, Versari è l’uomo del palazzetto, colui ha voluto e inaugurato la struttura. E adesso si occupa di Pinuccio. "Tutti noi lo accudiamo in paese. Abita da solo. Vuole preservare la sua autonomia". Pinuccio ribadisce: "Io sto bene! Non so neanche cosa ci faccio qui", afferma tenendo stretta con la mano destra un pacchetto di sigarette mentre con la sua pelle da pergamena continua a raccontare la sua storia: "Io in Sudafrice ne ho viste di tutti i colori".
Intanto si predispongono tutte le strutture necessarie per ospitare gli sfollati. Che piano piano, nel pomeriggio, cominciano ad affollare l’area. Il palazzetto si popola. Il paese si spopola. I volontari della protezione civile continuano a raccogliere richieste di danni alle case. L’angoscia non passa. Non basterà una nottata per farla passare.