OSCAR BANDINI
Cronaca

Tenacia e creatività per un vino di successo

Il romagnolo Pierluigi Talenti di Santa Sofia e l’azienda Torelli di Civitella hanno fatto nascere con le loro intuizioni l’età rosea del Brunello

Tenacia e creatività per un vino di successo

La tenacia e la creatività dei romagnoli della Val Bidente è all’origine del successo del Brunello di Montalcino uno dei vini nobili più conosciuti nel mondo. La storia di questo nettare degli dei si è infatti intrecciata con quella di Pierluigi Talenti per tutti Piero di Santa Sofia e dell’azienda Torelli di Civitella che hanno determinato con il loro lavoro e le loro intuizioni la nascita dell’età d’oro del Brunello a partire dalla fine degli anni ‘60. Storie di persone e di un territorio oggi molto conosciuto emerse dai racconti puntuali e documentati di Francesco Falcone, scrittore, divulgatore e degustatore con radici pugliesi ma cervese di adozione che da alcuni anni è molto presente in Val Bidente nell’azienda Pertinello di Galeata, nel corso di una ‘verticale’ proprio sul Brunello che si è svolta nel ristorante ’Da Piseppo’ della famiglia Leoni a Civitella alla presenza di esperti ed appassionati.

Falcone che sa soppesare bene le parole, forte anche della sua vena poetica apprezzata in diverse pubblicazioni oltre che alla riconosciute abilità degustative, in un continuo flash back tra letture, commenti e degustazioni, è riuscito a coinvolgere raccontando le storie di quegli uomini intrepidi e lungimiranti che hanno disegnato, insieme ad altri, il comprensorio vitivinicolo di Montalcino e che è giusto ricordare e proporre alle nuove generazioni che si avvicinano al mondo del vino. Talenti, classe 1925, è stato il fattore artefice dell’azienda Franceschi di Sant’Angelo in Colle (Siena) dove giunge nel 1958 diventando l’uomo di fiducia di Leopoldo Dino Franceschi che Piero aveva conosciuto a Santa Sofia dove Franceschi possedeva diversi poderi in vallata, grazie all’avvocato Torquatino Nanni jr. Precedentemente, dopo il servizio militare, l’8 settembre, Piero con il nome di Piron entra a far parte dell’8ª Brigata Garibaldi.

Finita la guerra riprende gli studi e si diploma perito agrario a Cesena nel 1946. Socievole, allegro, gran giocatore di carte, capisce che è arrivato il momento del grande salto e accetta di andare a dirigere l’azienda Franceschi. Una terra povera allora, "ero arrivato alla fine del mondo" disse, con tanti problemi sociali ed economici e con la povertà che era diffusa ovunque. "Piero capisce – precisa Falcone – che il territorio di Montalcino era una terra felice per produrre vino di qualità in quanto favorita dal microclima protetto dall’appennino e dove si insinuavano le dolcezze della Maremma, puntando decisamente ad impiantare un sangiovese in purezza. Da lì fu un crescendo e il disciplinare del Brunello fu formalizzato con la nascita del Consorzio di cui Piero fu il grande demiurgo fino alla morte avvenuta nel 1999".

Ai suoi funerali partecipò una grande folla di persone che riconobbe a Talenti di "rappresentare il cuore romagnolo trapiantato in Toscana ed adorato da tutti". Dopo le degustazioni delle annate 2004-1988-1983-1979 -1970 e 1967 è stato Remo Torelli dell’azienda movimento terra e impianto vigneti di Civitella a chiudere la conversazione. Torelli ricorda con gratitudine l’operato di Talenti nel lancio del Brunello che ha favorito lo sviluppo economico di tutta l’area. "Con i miei famigliari abbiamo lavorato a lungo in zona a spianare terreni ed impiantare i vigneti a Montalcino oltre che in Val di Chiana. Piero era sempre avanti a tutti, era un innovativo, discuteva, consigliava ed aiutava. Avevamo con lui un bellissimo rapporto, da romagnoli. Gli saremo sempre grati".