I pazienti meno gravi non saranno più trattati al Pronto soccorso, ma nei Centri di Assistenza e Urgenza (Cau). È questa la novità saliente del piano di riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza studiato dalla Regione, che dovrebbe essere approvato entro giugno e diventare operativo nel corso del 2024.
Il nuovo modello, messo a punto dal Coordinamento regionale per l’emergenza-urgenza ospedaliera e territoriale è stato presentato ieri dall’assessore regionale Raffaele Donini ai sindaci della Romagna, ai dirigenti dell’Ausl e ai rappresentanti sindacali. L’incontro si è svolto alla direzione media del centro servizi di Pievesetina. Si prevede di ridurre la pressione sui Pronto soccorso incentivando i cittadini che presentano urgenze a bassa complessità (codici bianchi e verdi) – attraverso un primo contatto telefonico con gli operatori della sanità – verso i nuovi Centri di Assistenza e Urgenza che saranno distribuiti sul territorio e funzioneranno generalmente notte e giorno; o, in alternativa, riceveranno aiuto direttamente al proprio domicilio dalle equipe medico-infermieristiche.
Il problema, come ha scritto ampiamente il Carlino nei mesi scorsi, riguarda anche il Pronto soccorso di Forlì, che ha un personale ridotto (16 medici invece dei 25 previsti in organico) e deve far fronte a circa 50mila accessi all’anno. La conseguenza sono i lunghi tempi di attesa che tutti, prima o poi, hanno sperimentato: nel 2021, un paziente su tre non è uscito prima di 7 ore (dato diffuso dalla stessa Ausl). Nelle scorse settimane si è avuta la conferma che verranno terminati i lavori tesi a migliorare la struttura, che costeranno un milione.
Di Centri di Assistenza e Urgenza ne esistono già un paio, sperimentali, a Cervia e Ferrara e secondo l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, "stanno funzionando molto bene". Saranno realizzati in prossimità dei Pronto soccorso, all’interno delle Case di comunità (per ora non può essere il caso di Forlì, perché quella prevista lungo via Colombo, in zona Portici, non sarà costruita prima del 2026) o nei punti di primo intervento. Il cittadino potrà contattare i Cau tramite il numero 116117, dove si potranno prenotare prestazioni come esami di laboratorio, ecografie e test come elettrocardiogrammi.
Uno dei temi da risolvere sarà quello del personale. Per far funzionare i centri occorrono medici e infermieri. Da quanto emerso finora, la Regione pensa soprattutto ai medici che sono occupati nel servizio di guardia medica. La nuova organizzazione, nell’intenzione della Regione, permetterà di rendere più tempestivi gli interventi in ospedale e di agevolare i cittadini fornendo loro le cure adeguate nei centri più vicini, senza lunghe attese o addirittura a casa.
L’esigenza è di sgravare i Pronto soccorso dai cosiddetti ’accessi impropri. Nel 2022, il 66% dei pazienti hanno ricevuto al triage i codici bianchi o verdi, che nella quasi totalità (95%) "non hanno avuto bisogno di ricovero e avrebbero potuto essere gestiti da altre strutture", sostiengono i responsabili regionali della sanità. Altro obiettivo, considerando che il 76% dei cittadini, sempre l’anno scorso, è arrivato autonomamente al Pronto soccorso, è quello di arrivare a indirizzare il 99% degli accessi tramite il 118, consentendo la presa in carico precoce e la corretta distribuzione dei pazienti.
fa. gav.