QUINTO CAPPELLI
Cronaca

Sul palco la resistenza con i fazzoletti al collo

A Rocca ’Aquile Randagie’ di e con Alex Cendron: racconta di come lo scoutismo reagì alla soppressione del regime.

‘Aquile Randagie: credere, disobbedire, resistere’ è il titolo dello spettacolo di e con Alex Cendron, al teatro Italia di Rocca San Casciano

‘Aquile Randagie: credere, disobbedire, resistere’ è il titolo dello spettacolo di e con Alex Cendron, al teatro Italia di Rocca San Casciano

‘Aquile Randagie: credere, disobbedire, resistere’ è il titolo dello spettacolo di e con Alex Cendron, al teatro Italia di Rocca San Casciano, alle 17 (biglietto 15 euro, ridotto 13, info: 376.1224452). Allo spettacolo seguirà una merenda in teayei gestita dal clan del gruppo scout di Rocca, come autofinanziamento per la route estiva di quest’anno. Si tratta di "una storia semplice e coinvolgente – spiega Giancarlo Dini, direttore artistico della rassegna – una storia di ragazzi che, quando tutto sembrava perduto, hanno deciso di non abbassare la testa. Uno spettacolo che, basato su una attenta e fedele ricerca storica, cerca di raccontare i padri dello scoutismo cattolico italiano. Uno spettacolo pensato per il teatro e per il bosco, per visipallidi e scout".

Lo spettacolo è ambientato durante il solstizio d’inverno, il giorno più freddo e più buio dell’anno, ma è anche l’attimo in cui finalmente la luce inizia la sua rimonta, quando sembrava che il buio avesse vinto per sempre. Secondo una leggenda, proprio in questa notte il santo cavaliere sconfisse il drago, ed è in una notte come questa che è ambientata la storia narrata in ‘Aquile Randagie’. Una storia vera, vissuta in una lunga notte dell’umanità, dove le tenebre sembravano ormai avere vinto. I cavalieri di questa storia hanno i pantaloni corti e un fazzoletto al collo. Il 9 aprile 1928 Mussolini dichiara la soppressione totale dello scoutismo in Italia.

A Milano, un manipolo di giovani scout decide di disobbedire a quella legge e inizia un lungo periodo di attività clandestina. Forse la prima forma di resistenza giovanile al fascismo. E dopo l’8 settembre 1943 diventeranno promotori di un gruppo di aiuto per ricercati, ebrei, prigionieri politici e renitenti alla leva, che sotto il nome di Oscar salverà migliaia di persone dalle grinfie del nazifascismo.

q.c.