REDAZIONE FORLÌ

Stop alla cannabis light: "Molte aziende perderanno tutto, per noi sarebbe un passo indietro"

Riccardo Ricci, titolare della forlivese Cbweed attacca l’emendamento al ddl sicurezza appena approvato: "La sostanza che vendiamo non è una droga. Continueremo a lottare insieme alle associazioni di categoria".

Nei campi la canapa sta cominciando a fiorire, ma non è detto che il raccolto, questa volta, potrà essere venduto. Gli interrogativi che, in queste ore, affliggono i coltivatori della cosiddetta cannabis light sono successivi all’emendamento del ddl sicurezza che è appena stato approvato in una seduta delle commissioni Affari costituzionali e giustizia della Camera. Una proposta che, se a settembre diventasse effettiva, metterebbe in crisi un intero settore che ha una sua importante branca anche a Forlì dove è nato il marchio Cbweed con due negozi in città (in corso Garibaldi e viale Roma) e altre 50 in Italia, senza contare gli altri 130 sparsi in Europa.

La cannabis light è una varietà di cannabis in cui la quantità del principio attivo delta-9-tetraidrocannabinolo (Thc) è estremamente bassa, al punto da risultare insignificante, e quindi non presenta effetti psicoattivi: in commercio esiste sotto diverse forme, spesso anche a uso alimentare, e promette solo un leggero rilassamento, al punto che molti la paragonano a una banale camomilla. Eppure l’emendamento presentato alla Camera tende a paragonarla alla cannabis con un alto quantitativo di thc, rendendola di fatto illegale.

"Se succedesse – spiega Riccardo Ricci, titolare di Cbweed Spa – ci rimetteremmo in tantissimi. Da oltre sette anni ci sono aziende agricole che hanno investito in questo settore e che ora rischiano di trovarsi senza più nulla. Penso a un ragazzo che faceva il corriere per noi e che pian piano si è incuriosito della nostra storia, fino ad arrivare a lasciare il lavoro e aprire un negozio: questa persona ha famiglia e adesso rischia di perdere ogni cosa. Perché poi? A chi non sta bene quello che facciamo?". Riccardo Ricci torna a ribadire il suo punto di vista: "La cannabis light, a differenza delle normali sigarette, non crea dipendenza e non è assolutamente una droga, nel 2016 è stata dichiarata perfettamente legale. Cosa è cambiato da allora? Negli Stati Uniti e in tanti Paesi dell’Unione Europea si sta regolarizzando anche la cannabis con thc, sembra assurdo che noi invece facciamo passi indietro anche su questioni che sembravano ormai assodate".

Secondo Ricci non tiene nemmeno l’ipotesi che il governo tema una ‘china scivolosa’ che dalla legalizzazione della cannabis light possa arrivare a sdoganare anche quella con thc: "Noi vogliamo lavorare con la cannabis light, non stiamo portando avanti alcuna battaglia pro cannabis con effetti psicoattivi".

Ora, in attesa che in autunno si decida del futuro di Cbweed, Riccardo Ricci tiene a dire la sua: "Noi, qualunque sarà l’esito, non ci arrenderemo e, insieme alle associazioni di categoria, troveremo delle strade per andare avanti".

Sofia Nardi