
I fedeli alle 20.30 in Duomo. Il vescovo: "Ha avuto fiducia in me. Ora teniamo viva la sua fiaccola". Il forlivese mons. Erio Castellucci a Modena: "Mi disse che pregava per chi lo criticava".
Stasera alle 20.30 in Cattedrale mons. Livio Corazza presiederà la messa di suffragio per Papa Francesco. Così anche la diocesi e il vescovo di Forlì-Bertinoro si uniscono al cordoglio e alla preghiera della Chiesa universale per la morte del Papa. Corazza ha scritto anche la propria reazione: "La prima parola che mi viene spontaneamente dal cuore alla notizia della morte di Papa Francesco è ‘grazie’. Grazie del suo coraggio della sua fede e della sua umanità. Grazie per i suoi interventi magisteriali che resteranno fondamentali per la Chiesa. Soprattutto di lui parlano i suoi gesti, il suo cuore, l’amore per gli ultimi, andando anche contro i tanti benpensanti dentro e fuori la Chiesa".
Subito dopo aver appreso la notizia della morte di Papa Francesco, il vescovo ha celebrato la messa di suffragio assieme ai sacerdoti ospiti della Casa del clero in seminario. "Sul piano personale, il mio sincero ‘grazie’ è non solo per aver avuto fiducia in me nominandomi vescovo, ma anche per tutte le attestazioni di affetto che ha avuto nei miei confronti e di tutte le occasioni in cui ho avuto la possibilità di incontrarlo personalmente. Grazie, Papa Francesco. Prega per noi, perché sappiamo tenere viva la fiaccola della speranza che ora hai consegnato nelle nostre mani. Tocca a noi in questo momento non cedere allo sconforto e alla rassegnazione, continuare a seguire le tracce di speranza che ci indica lo Spirito".
Negli anni del pontificato di Papa Francesco, la realtà ecclesiale forlivese ha avuto diverse occasioni di incontro, con messaggi di condivisione e di speranza. Il 24 aprile 2014, l’allora vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Lino Pizzi, durante un pellegrinaggio, lo incontrò e gli chiese "la sua benedizione su tutti i forlivesi, sui giovani, le famiglie". Mons. Pizzi, inoltre, nel 2015 ricevette a sorpresa una telefonata da Papa Francesco che dimostrò attenzione alla realtà ecclesiale forlivese e alle risposte che il vescovo di allora aveva dato in un questionario sul magistero relativo alla famiglia. L’inattesa telefonata stupì e commosse Pizzi, che la definì "un segno tangibile e un segno di vicinanza che il Papa riserva alle diocesi e alle comunità in Italia, anche quelle più piccole, in periferia e più lontane da Roma".
Il 13 maggio 2024, a ridosso del primo anniversario dell’alluvione, il Papa inviò a mons. Corazza un messaggio di vicinanza e incoraggiamento a tutta la comunità affermando di essere "spiritualmente presente alla celebrazione eucaristica in ricordo delle vittime dell’alluvione" e pensando "con ammirazione ai numerosi volontari". Il Papa concludeva il suo messaggio al vescovo e a tutta la comunità esortando "a fare tesoro di questa gara di generosità e di solidarietà, che ha lasciato un segno positivo nella memoria collettiva e nel tessuto sociale, favorendo rapporti fraterni. Vi incoraggio a guardare il futuro con speranza". Già nel maggio 2023, in occasione dell’assemblea della Cei con il Papa, mons. Corazza raccontò, insieme ad altri vescovi romagnoli, il dramma dell’alluvione. Il Papa espresse vicinanza alle popolazioni emiliano-romagnole, come fece poi in un successivo messaggio e all’Angelus domenicale in Piazza San Pietro. Mons. Corazza ha incontrato Papa Francesco con i vescovi emiliano-romagnoli anche durante la visita ‘ad limina’ dal 26 febbraio al 2 marzo 2024. Lì il vescovo salutò Francesco e gli regalò una maglietta bianca, simbolo dell’alluvione e della solidarietà, con un cuore azzurro e la scritta ‘Tin bota Romagna’.
"Quando si veniva accolti in udienza, tutto avveniva semplicemente, come se si entrasse in una casa privata". È questo il ricordo di mons. Erio Castellucci, che fu nominato da Francesco arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi (ora è anche vicepresidente Cei): "Francesco ascoltava tutti, con enorme attenzione, aveva una risposta per ogni richiesta. Con una memoria incredibile". Poi svela un aneddoto personale: "Nel maggio 2022, in un colloquio con lui, gli chiesi come facesse a reagire alle critiche anche pesanti e violente che gli venivano rivolte da alcune persone o gruppi. Lui mi rispose: ‘Prego ogni giorno per loro’. Fu per me un insegnamento profondo".
Stefano Marchetti