La carenza di medici di base a Forlì sembra finalmente svanire con segnali postivi che arrivano dall’Ausl Romagna. Cha ha infatti annunciato l’assegnazione di 9 posti su 15 vacanti. "Si tratta di un risultato positivo – ha commentato Francesco Sintoni, direttore del distretto – specialmente se si considera che lo scorso anno i ruoli liberi erano 20. In particolare, sono stati coperti tutti i cinque posti disponibili nel Comune di Forlì e i due tra Forlimpopoli e Bertinoro. Meldola ottiene un nuovo medico, così come la Valle del Montone, dove a Portico si aggiunge anche l’incarico temporaneo della dottoressa Alessandra Conforto, rientrata da Los Angeles". Permangono, invece, criticità nelle altre aree periferiche: "Restano scoperti i due ruoli previsti nelle zone di Premilcuore e Predappio – continua il dirigente – e il posto riservato ai Comuni dell’alto Bidente".
La carenza di medici di base è un problema con radici profonde: i professionisti si trovano a fronteggiare un carico di lavoro sempre crescente, spesso in condizioni lavorative precarie. La scarsa retribuzione e la mancanza di riconoscimenti adeguati, uniti a una burocrazia farraginosa, scoraggiano molti giovani dottori dall’intraprendere questa specializzazione. A ciò si aggiunge il crescente fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, che incide sulla qualità del lavoro e crea un clima di insicurezza negli ambulatori. Sebbene la situazione nel Forlivese si stia stabilizzando, e lo scenario sia ormai nella sua veste definitiva, ci sono ulteriori variabili da tenere in considerazione: "I nuovi medici di base hanno 90 giorni di tempo per aprire gli ambulatori, questo significa che il quadro può ancora subire delle variazioni. Inoltre – sottolinea Sintoni –, i dottori di famiglia sono dei liberi professionisti convenzionati con l’Ausl Romagna, e ciò gli permette di scegliere liberamente dove aprire il proprio ambulatorio. Questo significa che i medici potrebbero non stabilirsi nelle aree o nei quartieri con maggiore necessità". Il diritto dei camici bianchi ad aprire il proprio studio dove desiderano si scontra con la necessità di assicurare un’adeguata copertura sanitaria sul territorio. "L’Ausl Romagna può includere nel bando dei requisiti per l’apertura di ambulatori di assistenza primaria in specifiche zone – conclude il dirigente –, ma quei posti restano puntualmente scoperti. È quanto accaduto, ad esempio, nelle aree di Civitella e Premilcuore".
Valentina Paiano