REDAZIONE FORLÌ

Soccorso alpino, 80 interventi nel 2020

L’anno del Covid, soprattutto durante la riaperture, ha segnato un afflusso preoccupante di escursionisti poco esperti

E’ stato un anno duro il 2020 causa Covid-19 per i volontari del Soccorso alpino e speleologico dell’Emilia Romagna sia a livello morale, ma soprattutto dal punto di vista tecnico-organizzativo e sanitario. "Gli interventi effettuati – si legge nella nota dell’allora responsabile della Stazione Monte Falco Franco Giannetti – sono distribuiti nei territori di competenza e localizzati in varie zone impervie e boschive della Romagna. Nello specifico gli interventi portati a termine sono stati 80 con 850 ore di presenza-uomo per il totale degli interventi; 10 sono stati gli interventi suddivisi tra le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Rispetto al 2019 – continua la nota – gli interventi per il 70% hanno riguardato pazienti traumatizzati; il 15% la ricerca di dispersi e il 15% sono stati soccorsi con problematiche mediche. Va detto inoltre che, a seconda delle tipologie di intervento, le squadre erano composte da personale tecnico avanzato e personale sanitario (medici e infermieri), grazie ai quali è stato possibile stabilizzare le condizioni vitali degli infortunati, avviando subito le dovute terapie per poi affidarli alle cure del personale del 118. Abbiamo registrato nel corso della scorsa annata 15 codici rossi, 20 di colore gialli e i restanti di lieve entità. In 29 interventi è stato necessario chiamare le eliambulanze dell’ Elisoccorso regionale con il supporto delle squadre territoriali per una evacuazione rapida dei pazienti dai luoghi poco accessibili anche a piedi".

La nota negativa riguarda, anche a causa delle aperture a singhiozzo delle Regioni e dei territori comunali, una forte frequentazione dell’Appennino da parte di una fascia di persone con scarsa conoscenza del territorio, non preparate e non attrezzate minimamente per escursioni a piedi e soprattutto in mountain bike o in e-bike che hanno registrato, queste ultime, negli ultimi mesi del 2020 un vero e proprio boom per la facilità di accesso ad ambienti spesso pericolosi.

"Di conseguenza i nostri tecnici – aggiunge Giannetti – si sono posizionati nelle giornate di maggiore afflusso lungo i sentieri più frequentati per dispensare consigli e suggerimenti a tanti che affrontavano per la prima volta gli impervi sentieri dell’Appennino tosco-romagnolo in sella alle bici. In tutti i fine settimana, nonostante le ripetute chiusure totali o parziali a seguito dell’andamento epidemico, le nostre squadre in pronta partenza – conclude – sono state presenti nelle quattro vallate di riferimento dal Marecchia al Savio, al Bidente, fino al Rabbi e al Montone".

Oscar Bandini