di Matteo Bondi
Arrivano da Belluno fino alla Sicilia, passando per la Calabria, il Piemonte e il Veneto: sono gli oltre 60 vigili del fuoco del coordinamento della Protezione civile nazionale che dal primo giorno della tragedia, martedì, sono operativi nel territorio forlivese. Al momento sono ospitati nel palasport di Forlimpopoli, unico comune del comprensorio a riportare danni minori in questi giorni. Sono divisi in squadre di vari comandi, alcuni sono qui da martedì e proprio ieri hanno finito il loro turno, altri sono arrivati nei giorni successivi.
"Martedì eravamo sui gommoni nella zona dell’esondazione a Forlì – spiega Giovanni Chiara, vigile del fuoco di Mantova, in servizio con altri tre compagni –. La corrente era fortissima, tanto che era difficile, oltre che pericoloso, andare a portare soccorso". Oltre che uomini i vari comandi sono arrivati con i mezzi a loro disposizione: ci sono un paio di mezzi anfibi, gommoni, elicotteri, oltre a tutti i mezzi su ruota possibili. I primi momenti dell’esondazione del Montone sui quartieri Romiti, Cava e poi giù, su via Lunga e la Lughese, sono stati quelli più drammatici. "Nell’immediato cercavamo di capire che non ci fossero persone rimaste nei piani andati completamente sotto l’acqua – continuano i vigili del fuoco mantovani –, via Isonzo non si riusciva ad attraversare da una parte all’altra. In questi casi, chiedevamo alle persone di rimanere ai piani alti, sarebbero state più al sicuro lì, che sul gommone con noi".
C’è stato lo stesso un momento di grande difficoltà: "In quella zona abbiamo realizzato un solo intervento di salvataggio, due ragazze che erano a un primo piano, ma una delle due era in preda a un attacco di panico, che ne comprometteva l’incolumità. In situazioni normali non avremmo eseguito il salvataggio sul gommone, abbiamo rischiato veramente tanto perché l’abbiamo fatta salire sul gommone nonostante la corrente molto forte". In alcuni posti, invece, non sono riusciti proprio ad avvicinarsi: "Ci arrivavano segnalazioni di persone in difficoltà in via Lunga, ma lì la corrente era talmente forte che non siamo andati: nessuno di noi sarebbe riuscito a tornare vivo se ci fossimo mossi in gommone in quel contesto".
Il parquet del palazzetto di Forlimpopoli ospita una sessantina di brandine aperte con sopra i sacchi a pelo per poter dare un attimo di riposo alle varie squadre operative. Riposo che arriva anche dopo parecchie ore di servizio. "Noi adesso torniamo al nostro comando – raccontano i mantovani –, abbiamo operato per 42 ore filate, ora una bella doccia, una notte di sonno e domani partiamo. È già arrivata e operativa la squadra che ci sostituirà".
Come evocati dalle parole, all’ingresso del palazzetto entra la squadra di sette persone, dei comandi di Perugia e Terni. Arrivati in mattinata e già operativi nei quartieri alluvionati della città. Vengono accolti dagli scout, che insieme ai volontari della Croce Rossa Italiana comitato di Forlimpopoli-Bertinoro, gestiscono l’impianto e cercano di agevolare la permanenza dei vigili del fuoco. Sette brande e i sacchi a pelo per chi non ce l’ha.