OSCAR BANDINI
Cronaca

Sindaco o sindaca? “Rispetto istituzionale”, “Attenzione alle donne”

Dibattito a Forlì dopo la proposta di legge per vietare le forme al femminile. Pondini (Galeata) utilizza il nome ‘classico’, Marianini (Santa Sofia) no

Da sinistra: Francesca Pondini, eletta nel 2023 come civica sostenuta dal centrodestra; Ilaria Marianini da poco più di un mese è la prima donna alla guida della vicina Santa Sofia: esponente del Pd, guida il centrosinistra

Forlì, 23 luglio 2024 – La proposta di legge del senatore leghista Manfredi Potenti sarà probabilmente ritirata, tuttavia ha riaperto (almeno per qualche ora) il dibattito sulla versione femminile delle parole delle professioni o della politica che, per secoli, sono state monopolio maschile. L’esponente del Carroccio vorrebbe preservare l’integrità della lingua italiana eliminando da tutti gli atti pubblici parole come “sindaca”, “assessora”, “avvocata”, “rettrice” con l’obbligo di usare sempre la dizione maschile (e 5mila euro di multa per chi non la rispetta).

Ieri il suo capogruppo Massimiliano Romeo ha precisato che si è trattato di un’iniziativa personale che non esprime la linea del partito. Prima di lui, già da qualche tempo, l’Accademia della Crusca aveva ritenuto corretta la declinazione al femminile di molte cariche pubbliche. Corretto o no, fuorilegge o meno, è opportuno dire “sindaca”? Lo abbiamo chiesto a due prime cittadine, per altro confinanti e in buoni rapporti tra loro, ma di schieramenti opposti: Francesca Pondini di Galeata e Ilaria Marianini di Santa Sofia. La Pondini si fa chiamare “sindaco”, mentre la Marianini “sindaca”.

Confido che i vertici della Lega mantengano la richiesta di ritiro immediato di questa proposta di legge di cui non si sente assolutamente il bisogno”, premette Francesca Pondini. Civica (non ha tessere di partito), è stata sostenuta nelle elezioni della primavera del 2023 dal centrodestra. Cattolica e moderata, già in un’altra occasione ha avuto modo di spiegare che per lei la parola “sindaco” “rispetta la tradizione istituzionale del termine”. Ma aggiunge che “per me sinceramente non è un problema sindaco o sindaca. Con i problemi che ci sono in Italia e nel mondo pensare a proporre progetti di legge come quello del senatore Potenti, mi sembra un po’ superfluo e assurdo”.

La collega Ilaria Marianini è stata eletta lo scorso giugno ed è la prima donna a guidare il municipio di Santa Sofia, in una lista civica supportata dal centrosinistra: è esponente del Pd e per 10 anni era stata assessora (a proposito di declinazioni al femminile) al welfare. “Sindaca, prefetta, avvocata fanno parte a pieno titolo della lingua italiana. A meno che l’intento non sia ancora una volta quello di sminuire il ruolo delle donne... La Lega poi si è dissociata: bene. Penso che ci abbiano provato, ma viste le levate di scudi a tutti i livelli, abbiano fatto marcia indietro”.

Due sindache (o sindaci) con idee opposte? Forse solo sensibilità e storie differenti. Nei fatti il sindaco Pondini (usiamo la forma che lei preferisce) è stata tra i primi a congratularsi con la sindaca Marianini andando a Santa Sofia nel momento in cui si era appena messa la fascia tricolore. Sempre la Pondini è stata eletta recentemente presidente dell’assemblea dei soci dell’Asp San Vincenzo de’ Paoli (Comuni di Civitella, Galeata, Premilcuore, Santa Sofia e Unità pastorale alto Bidente) e il testimone le è stato consegnato proprio dalla stessa Marianini. “Collaboriamo – concludono – già su molti progetti, dall’alluvione ai problemi della montagna, dalla messa in sicurezza della Bidentina ai servizi che offrono i nostri comuni. E collaboreremo sempre di più per presentarci uniti come val Bidente”.